UNA VOLTA NELLA VITA- GLI EREDI- il romanzo


UNA STORIA VERA CHE UNISCE I DESTINI DEGLI OFFESI DI IERI E DI OGGI. UN RAGAZZO MUSULMANO DELLA PERIFERIA PARIGINA DI FRONTE ALL’OLOCAUSTO. Siamo al Liceo Léon Blum, Créteil, banlieue parigina: una miscela esplosiva di etnie, confessioni religiose e conflitti sociali. Nella classe più difficile della scuola la professoressa di storia, Anne Anglès propone loro un progetto comune: partecipare a un concorso del Ministero dell’Istruzione sul tema del genocidio ebraico. ad una classe a maggioranza musulmana, dove la Shoah lascia indifferenti, quando non viene palesemente negata. Gli studenti accettano infine la sfida. Vinceranno il concorso e la loro vita cambierà per sempre. Questa incredibile storia vera, che ha commosso la Francia, è raccontata da uno di loro, Ahmed Dramé.

Una favola moderna di riscatto e trasformazione, una vicenda attualissima che trasmette un messaggio di speranza: è possibile, nonostante le difficoltà, sfuggire a un destino apparentemente segnato. 




il film



i nostri commenti, dalle nostre pagine di diario


 
Caro diario,                                    Giovedì  31 gennaio 2019
Oggi ho visto un film sulla giornata della memoria si intitola Una volta nella vita.
A me questo film è piaciuto, durante la proiezione non ho potuto distogliere lo sguArdo, in alcuni momenti mi metteva i brividi. Le immagini più significative sono quelle della collaborazione tra alunni.
I ragazzi non credevano in loro stessi e pensavano che, per le loro origini, sarebbero  rimasti disoccupati a vita e che avrebbero fatto una figuraccia partecipando al concorso. Dopo aver letto il titolo del concorso, compreso che i ragazzi, i bambini e i neonati venivano massacrati hanno reagito, hanno capito che quei giovani erano loro e allora hanno reagito è trovato un modo per farli vivere.
Mi ha colpito tanto quando è arrivato Leon che ha vissuto l'Olocausto.
Poi alla fine quando hanno liberato nel cielo i palloncini con il nome di coloro che  sono morti nei campi di concentramento ho capito che erano cresciuti, erano più maturi e il concorso comunque era vinto.
È stato un film molto bello che mi ha tirato fuori delle emozioni e idee.
Luca

…Oggi in classe abbiamo visto il film “Una volta nella vita”, in occasione della giornata della memoria passata da pochi giorni. Questo film mi ha commosso in alcuni punti: quando i ragazzi trovano le foto dei bambini nei campi di concentramento, quando Leon racconta la sua esperienza nel campo di lavoro. È stato un film molto emozionante ed è stato molto interessante seguire il cambiamento della classe di Malick (considerata problematica dal preside e da vari insegnanti) che, dopo la proposta del concorso, inizia a collaborare e a superare le divergenze che li facevano litigare sempre, anche perché nella classe ci sono varie etnie e gli episodi di razzismo avvenuti durante la seconda guerra mondiale li toccano molto nel profondo. Il momento che mi è più piaciuto è stato quello in cui la 2a vince il concorso e Melanie recita il giuramento di Buchenwald. Un altro momento molto bello è quando la classe scopre di essere arrivata in finale.
Daniele
 

…oggi abbiamo visto un film  che si intitola “UNA VOLTA NELLA VITA”.
“Ho più fiducia io in voi che voi nelle vostre capacità” dice la professoressa Gueguen ai suoi alunni, questi ragazzi si sminuiscono solo perché non si sentono accettati, e la loro professoressa farà ritrovare la fiducia dentro di loro e capire che le cose le sanno fare, ma loro ancora non lo sanno.
Nel film viene detto che la storia di questa tragedia non va dimenticata e questo film è proprio il mezzo con cui ricordare tutto l’accaduto.
Nel film sono presenti scene in cui lo spettatore prova una sensazione di disperazione come se ci fosse stato lui nel campo di concentramento perché la musica  fa riflettere sulla situazione che hanno provato quelle persone. La speranza è l’unica cosa che teneva in vita i bambini nei campi, molto probabilmente se ci fossi stato io non avrei mai avuto tutto quel coraggio che hanno avuto loro senza la loro famiglia.
Francesco
 

…oggi ho visto un film con la mia classe, a dire il vero non sono sicura che sia un film come gli altri.
Il film si intitola “Una volta nella vita”, ho detto così non perché fosse strano,  mi riferisco più alla mia reazione. Ho pianto parecchio, lo ammetto, ma direi che non è una novità.
Mi ha particolarmente colpito che in questo film che ci sia un po' di vita reale dei nostri giorni e altrettanti riferimenti al passato.

 


Secondo me, amica mia, non saresti riuscita a trattenere le lacrime neanche tu, vedendo immagini di numeri tatuati, di persone tutte uguali, con capelli uguali, vestiti uguali e sguardi uguali, con un vuoto dentro, e niente con cui colmarlo.

 


“C'è un posto dopo la tangenziale anche per voi”,  questa è la frase dell’insegnante di storia ,questa frase che, per tutto il film, non ha fatto altro che intrigarmi,  rimbombarmi in testa come un urlo tra le montagne, e che, solo dopo i titoli di coda, mi ha illuminato, mi ha illuminato di significati meravigliosi: un futuro per quei ragazzi di periferia c’era, come potevo non raccontartelo?

 


Ma una cosa, di cui proprio non mi capacito,  è il motivo per cui non bisognerebbe testimoniare, bisognerebbe levare quella ragnatela che c'è sulla mente di tutti, e continuare la battaglia ,perché la cosa importante è il ricordo permanente.

 


Ora ti lascio.

 


Un bacio, la tua Emma.

 


 

…oggi a scuola ho visto un film sulla memoria molto interessante e significativo per me, parla di una classe che all'inizio non sa neanche cosa sia la Shoah è alla fine vince un concorso grazie alla prof che credeva in loro ma anche leggendo vari libri e poesie, vedendo dei film, guardando dei disegni e incontrando un sopravvissuto.
Questa classe è una classe fantastica perchè grazie a un lavoro di gruppo riescono a fare il miracolo : lavorare insieme e collaborare, anche se non erano tanto educati e bravi nei compiti in classe ma alla fine tutti riescono a passare l'anno.
Non dimenticherò questo film che mi ha fatto capire ancora meglio la storia dello sterminio.
Ciao
Gabriele

 


…Una volta nella vita mi è piaciuto tantissimo. Soprattutto mi ha molto rattristito a causa del tema della Shoah. Vedere quei ragazzi che mano a mano diventano sempre più consapevoli di quello che era successo e di quello che le prof volevano far loro capire mi ha commosso ma mi ha fatto allo stesso tempo arrabbiare perchè vedere tutti quei ragazzi che  erano inconsapevoli, scherzavano su quegli argomenti così importanti mi ha colpito negativamente.
Per oggi è tutto e grazie che stai sempre con me e mi ascolti sempre.
Ci vediamo domani.

 


Giacomo
…dal punto di vista cinematografico, questo film, Una Volta Nella Vita, è fatto parecchio bene, per non parlare degli attori, tutti  bravi.
Mentre, dal punto di vista dei sentimenti, credo che questo sia diventato uno dei miei film preferiti, a differenza di tutti quei film che ci fanno vedere a scuola, dove faccio dei commenti tanto per farli, questo film mi ha fatto veramente riflettere, su come ci sia stato uno sterminio perché….. É questo il punto, non so continuare una frase, e non trovo logico che da un giorno all’altro arriva un tedesco che dice che tutti gli ebrei, solo perché sono se stessi e  quindi ebrei, devono morire, mi saltano tutti i nervi all’idea che 6.000.000 di persone abbiano perso la vita solo perché diversi, molti erano bambini, avevano una vita davanti!
Ho pianto in diversi punti del film, (e non me ne vergogno affatto) ma non erano pianti di tristezza, anche di quella, ma principalmente di rabbia, per tutte le ingiustizie che hanno subito quelle persone che non avevano fatto niente.
Mi ha fatto riflettere anche come, dopo questo concorso, e dopo aver pensato ad avvenimenti, sfortunatamente, accaduti davvero, a cui non avevano mai pensato seriamente, la classe di Malik sia cambiata, da una classe di 2ª superiore a cui non fregava niente di nessuno, si è trasformata in una classe matura, che studia e non fa battute ogni volta, perché a volte, c'è bisogno di staccare da tutto, prendersi due minuti per pensare, a ciò che è accaduto e a ciò che non deve più accadere, perché non dimenticare è un passo avanti per rimediare, nonostante non potremmo mai rimediare ad uno sbaglio simile fatto dall’uomo. Alcune frasi che io trovo significative, caro diario, le voglio scrivere, per non dimenticare:
- c'è un mondo oltre la tangenziale! Avete un futuro oltre la tangenziale
- Non esistono immagini innocenti
- Hitler era un po' scemo
- Ho voglia di imparare qualcosa
- Shoah: sterminio
- Hai presente quando diciamo che siamo andati in un posto stra fico e facciamo :oh non puoi capire, assurdo! Ecco, non voglio pensare cos’hanno passato quei ragazzi
La mia riflessione,

 


Tommaso
 

… il  film che ho visto è stato un colpo confusionario per il mio cervello, poiché parla di un argomento trattato e ritrattato, ma  meglio così, poiché é un argomento che non va dimenticato, infatti, chi dimentica  non è degno di essere chiamato uomo.
Questo film mi ha anche commosso poiché si vede come una classe, apparentemente indisciplinata, matura, si trasforma, facendo capire che tutti abbiamo un potenziale.
La mia frase preferita di questo film è “la nostra salvezza è quella di cambiare il mondo”, poiché  questo mondo non mi piace tanto perché ci sono molti ostacoli nella mia vita, e poche facilitazioni,  è una specie di martello che continua a martellarmi il cuore e la testa, senza lasciarmi il tempo di pensare e poi agire.
 Elvis.
 

 

….oggi 31 gennaio 2019 abbiamo visto un film molto coinvolgente per la sua trama.Il film intitolato “Una volta nella vita” è stato molto bello soprattutto per il fatto che i personaggi erano nostri coetanei e credo che anche loro nel recitare abbiano provato le stesse emozioni provate da me e i miei compagni, quando in scena è entrato Leon,  un sopravvissuto  di Birkenau, agli attori è stato chiesto di essere loro stessi per vivere meglio le emozioni e renderle reali, cosa molto bella e se io fossi stata lì avrei pianto come una fontana .Una cosa che mi ha dato un po' fastidio è stato il fatto che nel film non si parla del fratello in prigione o la storia della madre oppure la storia del vicino sfrattato tutte queste informazioni le abbiamo lette in classe è per questo che le so, comunque io consiglio di vederlo e ascoltare attentamente le cose dette perché la maggior  parte nasconde un significato  molto diverso: nulla può essere dimenticato. La frase mi ha fatto riflettere ed emozionare perché quando ci penso per me effettivamente certi fatti non devono essere cancellati dalla memoria.
Gabriela

 

 

 


…. oggi a scuola ho visto un film molto bello e interessante, parla di una classe di 2ª superiore all’inizio molto maleducata, ma, all’arrivo della prof. Gueguen i ragazzi si calmano. Dopo un po’ la prof. Gueguen dice ai ragazzi che avrebbe in mente di far fare ai ragazzi un concorso: “ i bambini e gli adolescenti nel sistema concentrazionale nazista”.
I ragazzi piano piano iniziano a comprendere l'importanza del ricordare, nonostante uno dei ragazzi abbia abbandonato il corso.
Così continuano il concorso, Malik ha un’idea, vuole prendere tutti i materiali possibili e descrivere la vita dei deportati e, alla fine, mettere una loro foto sul muro, per farli rivivere, lo stesso scopo ha il lancio dei palloncini bianchi al termine del film.
Alla scuola arriva Leon, un sopravvissuto dai campi di concentramento, che parla di lui e la sua famiglia, uscito dal treno non vede più sua sorella, il padre viene ucciso e il fratello probabilmente muore nel campo.
Grazie a questo concorso i ragazzi arrivano in finale a Parigi, dove poi, trionfano.
Questo film mi è piaciuto molto e mi ha commosso.
Il tuo amico,

 


Alessandro.
 
 
..oggi ho visto un film in classe  intitolato “Una volta nella vita”.
Il film mi è piaciuto moltissimo, non solo  aiuta a ricordare la tragedia degli ebrei accaduta in passato, ma anche a comprendere una classe, apparentemente disastrosa, che riesce a dare il meglio di sè  con un concorso proposto da un’ insegnante di nome Gueguen.
Il personaggio della professoressa mi ha fatto riflettere, mi ha colpito il modo in cui credeva nei ragazzi più che i ragazzi credevano  in loro stessi.
Io, fossi stata in lei, mi sarei  persa d'animo, perché inizialmente la classe 2ª A era talmente chiassosa, scontrosa, senza voglia di studiare che era impossibile lavorarci.
Malick, un ragazzo nero, provava un interesse per una ragazza e quando la accompagnava a casa, il padre di lei non lo salutava per il colore della sua pelle.
Questo fatto non deve più accadere, nessuno dovrebbe decidere chi salutare o chi non salutare in base al colore della pelle.
Spero che questo film aiuti i ragazzi a lavorare in gruppo anche su argomenti difficoltosi come la giornata della memoria.
Sofia.
 
…oggi a scuola ho guardato il film “Una volta nella vita” che racconta le avventure di una classe con alunni molto turbolenti che affrontano un nuovo argomento: le persecuzioni contro ebrei durante la Shoah.

 


Questo film ci fa capire che una classe di maleducati riesce a partecipare e a vincere un concorso collaborando e trovando nuove informazioni su questo tema mettendo da parte i loro caratteri particolari.

 


Il film ci insegna anche che non bisogna mai dimenticare quello che è successo nel passato ma imparare da esso e non far accadere i fatti nuovamente.
Questo film è molto triste perchè racconta la violenza che gli ebrei hanno subito solamente perchè appartenenti ad un’altra religione .
È anche vero che in quel periodo c’erano persone che rischiavano la propria vita per liberare  o nascondere gli stessi ebrei, per fortuna
La scena più bella è quando nella classe arriva Leòn (un deportato) perchè quando inizia a raccontare le sue esperienze i ragazzi lo ascoltano intensamente e provano emozioni forti come pianto e tristezza.

 


Il mio personaggio preferito è la prof Gue Guen perchè grazie al suo carattere forte e coraggioso riesce a non farsi intimidire da quella classe di maleducati ma li trasforma in persone  buone e vittoriose, facendo emergere la loro parte positiva
“Io sono un eccezione”, questa frase è stata scritta da un compagno di Malik (Teò) deportato nel campo di concentramento e che pensa di essere diverso solo perché ebreo. Chiaramente la realtà è diversa.

 


“Ognuno ha una propria identità”, in un'immagine i compagni di gruppo di Malik capiscono che quando un ebreo entrava nel campo di concentramento gli veniva tolta l’identità rasandogli i capelli, svestendolo e scrivendogli sul braccio un numero che dal quel giorno diventa il suo nome.

 


Queste  due frasi mi hanno colpito molto e le ricorderò e le terrò nel mio cuore.
A presto

 


Jacopo

 


….oggi abbiamo visto un film intitolato Una volta nella vita.
A me questo film  è piaciuto e mi ha commosso nel momento in cui lasciavano i palloncini volare in cielo con i nomi dei ragazzi deportati.

Ci vediamo

 

Loris

 

 

 

 

 

 

 

….oggi con la mia classe abbiamo assistito alla proiezione del film intitolato “Una volta nella vita”, in occasione del Giorno della Memoria. Il film racconta la storia di una classe problematica che riesce a vincere un concorso riguardante il tema della Shoah e della persecuzione degli ebrei.

 


Il film mi ha fatto capire l’importanza dello sterminio degli ebrei, ma anche come una classe di ragazzi un po’ maleducati, poco studiosi e non molto socievoli tra di loro, possano riuscire a lavorare bene in gruppo senza litigare e addirittura vincere il concorso, su loro non avrebbe scommesso nessuno secondo il Preside la loro partecipazione era solo una perdita di tempo, ma la loro insegnante di storia credeva in loro e ha fatto emergere il meglio.
Infatti, Una delle cose che mi è piaciuta di più è come la professoressa crede in loro anche se era la classe meno favorita per la vittoria e non studiosi, lei riesce nonostante ciò anche a cambiare il comportamento dei suoi alunni e li rende una classe unita, ma anche seria.
Il film mi è piaciuto molto: era un film per ragazzi, molto bello e fatto molto bene, nonostante ci siano tante parolacce che fanno capire com’era sgarbata la classe.
La parte che mi ha colpito di più è il momento in cui i ragazzi lanciano  in aria i palloncini con scritti i nomi dei morti per ricordare cosa hanno dovuto sopportare nei campi di sterminio.
Secondo me è anche una storia commovente e si capisce anche in alcune parti dalla musica, soprattutto nel momento in cui Leon, un superstite, racconta la sua storia vissuta nel campo di concentramento.

 


Una frase che ho trovato significativa è: “Io sono un'eccezione” : perché è la storia di uno dei pochi ragazzi sopravvissuti ad un campo di concentramento, per questo molto fortunato; questa frase si trova in un libro letto da Théo, ma anche la frase “la storia non bisogna comprenderla ma conoscerla” mi ha colpito: non basta solo conoscere a memoria date o fatti della storia ma occorre comprenderne il significato e le conseguenze che ha poi  nella storia dell’umanità e cercare di non ripetere più gli errori del passato.
Ti saluto dopo averti raccontato la giornata di oggi.
Alberto

 

 

 

…oggi con la scuola ho visto un film intitolato “ Una volta nella vita “.
Questo film parla del progetto intrapreso da una classe subito problematica che non riusciva a lavorare collettivamente.

 


Partecipano al Concorso Nazionale della Resistenza alla Deportazione, un progetto contro il nazismo e contro i tedeschi per quello successo in passato.
Grazie a questo progetto scelto dall'insegnante, i ragazzi sono diventati collaborativi e grandi amici, e ne sono usciti vincitori.

 


Guardare questo film mi ha fatto capire che tutto quello che è successo non dovrebbe più accadere, purtroppo ancora oggi, invece esistono fatti di discriminazione.
I tedeschi a quell'epoca volevano togliere l'identità agli ebrei, ammazzarli e farli andare nei campi di concentramento, perché venivano ritenuti una razza inferiore alla razza ariana, considerata superiore a tutti.

 


Secondo me tutti devono avere una identità perché altrimenti non ci sarebbe la persona con le sue caratteristiche e pensieri, differenti dagli altri.

 


Anche la classe veniva discriminata perché si pensava che fosse una classe che non aveva voglia di applicarsi, senza futuro.

 


Ogni alunno si è immedesimato in altre persone vissute nei campi di concentramento, per capire cosa era successo e  ognuno attraverso il passato  ha potuto realizzare il suo futuro.
Il film mi ha aperto gli occhi  sul nazismo che fu un'arma distruttiva contro la diversità, fatto che succede tutt'ora

 

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Una frase  che mi ha colpito in particolare nel film è la frase "togliere l'identità alle persone",  lo dice un compagno di classe per far capire il disegno dei tedeschi contro gli ebrei.

 

Gabriele

 


…oggi ho visto un film, Una volta nella vita, questo film mi è piaciuto moltissimo dal punto di vista cinematografico, con vari dettagli e canzoni inserite perfettamente nelle varie scene, questo film ti fa immedesimare nei vari personaggi, grazie alla cura con cui è stato realizzato.
Il film è ricco di metafore che ti fanno capire molto, sia sulla vita dei personaggi che sulla vita in generale.

 


Molte frasi mi hanno colpito tra cui: non esistono immagini innocenti e c’è un mondo oltre la tangenziale, c’è il vostro futuro oltre la tangenziale

 


È un film commovente, che mi ha fatto riflettere sulle ingiustizie e sulla indifferenza con cui i Nazi-Fascisti trattavano Ebrei, persone come loro, solo di diversa religione o zingari, è uno dei pochi film che mi ha commosso. .
Nel complesso è un bellissimo film e lo consiglio a tutti.

 


Tommy

 

 

 


…. ho visto un film intitolato “Gli Eredi”, “Una volta nella vita”.
Questo film mi ha fatto aprire gli occhi, ma non in senso che queste informazioni non le sapevo già, perchè prima avevo gli occhi socchiusi,  non mi ero mai immedesimata così tanto nella tragedia vissuta dagli ebrei. Il passato non bisogna lasciarlo alle spalle, non bisogna dimenticare, bisogna ricordare e pensare.
Ho provato una scossa dentro di me, una scossa mai sentita prima, una scossa che mi ha fatto riflettere, che mi ha fatto ricordare, che mi ha colpito il cuore.
Molte persone sono rimaste indifferenti ,non  hanno detto niente ,non hanno fatto niente perchè avevano paura, paura della realtá.

 


Questo film mi ha fatto capire che in futuro toccherà a me, a noi opporci alle ingiustizie.
Ad essere” Gli eredi di una umanità da proteggere”.
Irene

 

 

 

 

 

….Il film “Una volta nella vita” mi è piaciuto perché è molto coinvolgente e fa riflettere.

 

Mi ha colpito  il percorso che i ragazzi della classe di Malik, il protagonista del film, svolgono, partendo dall'essere dei giovani rumorosi e maleducati e arrivando a essere una vera e propria classe, che collabora ed è educata.

 

Questo cambiamento avviene grazie alla professoressa di storia e geografia, Anne Gueguen, che li aiuta mettendoli di fronte ad un concorso, che li fa cambiare, il “Concorso nazionale della resistenza e della deportazione”.

 

Esso  fa capire loro ció che è successo durante la seconda Guerra Mondiale e ció che non deve piú succedere in futuro.

 

La parte che mi è piaciuta di più è stata quando la classe si mette d'accordo per iniziare il lavoro da presentare, finalmente collaborano collettivamente, si divide in due gruppi, sorteggiando, come nella democrazia ateniese e inizia a fare una bozza.

 

I giovani lasciano la professoressa Gueguen senza parole, perché fanno vedere che anche se sono una classe, che il preside della scuola definisce indietro, si sono dimostrati molto interessati al lavoro e pronti per qualificarsi alle finali del concorso.

 

Con l'arrivo di Leon, un deportato e sopravvissuto di Auschwitz, i giovani capiscono tutto quello che è accaduto agli Ebrei, agli zingari e a tutti quelli che hanno vissuto nei campi di concentramento e si emozionano davanti ai suoi racconti, diventano più umani.

 

La vittoria del concorso li ha resi più forti e più sicuri di loro stessi.

 

Il film mi ha trasmesso sia il loro dolore, nell’ ascoltare i racconti e guardare le foto, che la loro felicità, alla vittoria del concorso che li ha cambiati.

 

Matilde

 


BASTA GUARDARE IL CIELO




IL FILM


A Cincinnati, il giovane Kevin, affetto da una rara sindrome, e sua madre Gwen si trasferiscono nella casa accanto a quella dove Max Kane abita con gli anziani nonni. Max ha 13 anni e l'aspetto di un gigante, è lento a scuola, ha poco coraggio e non riesce ad adattarsi. Max e Kevin sono degli esclusi che, incontrandosi, si costruiscono una nuova vita. Insieme partono alla ricerca del bene guidati dal nobile spirito di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. In un bar difendono una donna picchiata da un uomo, di notte recuperano una borsa rubata ad un'altra donna. Alla mensa della scuola, Kevin si sente male...


BASTA GUARDARE IL CIELO

 

E’ una storia di diversitá e amicizia, perché Kevin e Maxwell diventano amici, pur essendo molto diversi tra loro, infatti, sia nel fisico sia nel carattere, sono complementari.

 

I protagonisti sono Maxwell Kane e Kevin Dillon.

 

Max è un ragazzo grande e grosso che però, dopo aver assistito all'omicidio della madre, traumatizzato si chiude in se stesso.

 

Kevin invece è l'opposto, è molto intelligente, con gravi malformazioni fisiche.

 

I due vivono nella periferia della cittadina di Cincinnati nel Novecento.

 

Essi affrontano la lotta con il loro passato difficile, aiutandosi  ad andare avanti e formano, così, una coppia di cavalieri di re Artú, chiamata Freak the Mighty.

 

 

 

COMMENTI

 

Ho scelto questa scena perché è la prima volta che Max affronta la banda e l'ultima che subisce senza dire niente, perché, dopo l'arrivo di Kevin, la sua vita cambia insieme al rapporto con le persone.

 

Emma 

 

 

 

Ho scelto la scena di quando Kevin insegna a Max a leggere e gli fa da tutor.

 

Si può subito notare l'enorme differenza che c'è tra loro due: Max è grande e grosso, ma è ritenuto un ragazzo poco intelligente e furbo, invece Kevin è piccolo e minuto, ma è dotato di molta intelligenza. Separati i due non sono forti, ma insieme si completano perché Max è il corpo di Kevin e Kevin è il cervello di Max. Uniti sono “Freak the Mighty”.

 

Matilde

 

 

 

Ho scelto questa parte perché mi è piaciuto il primo piano di Max e Kevin, e da questo momento iniziano le loro avventure.

 

Samuele Russello

 

 

 

Ho scelto la scena quando sono usciti da casa di Loretta e parlano dei padri perché mi ha colpito il fatto che tutti credevamo che Max fosse come il padre, ma Kevin non ci crede. Il significato di questa storia e soprattutto di questa scena è che ogni persona è unica.

 

Gabriela

 

 

 

Ho scelto di rappresentare questa parte del film perché questa immagine può riassumerlo. I temi sono l'amicizia e la fiducia, perché l'amicizia è un elemento importante della vita, inoltre la loro amicizia è indispensabile perché Max e Kevin si completano.

 

Irene

 

 

 

Io ho scelto di rappresentare la scena in cui Max apre il regalo di Natale di Kevin, trovando un libro vuoto. All'inizio non ha fiducia in se stesso e pensa di non essere in grado di scrivere e raccontare le loro straordinarie avventure, ma, dopo la morte di Kevin, diventa più coraggioso e decide di portare a compimento la sua missione per far sapere a tutto il mondo quanto lo “storpio” fosse importante, geniale ed ineguagliabile.

 

Francesca

 

 

 

Ho scelto questa immagine perché è commovente: Max insegue l'ambulanza didperatamente visto che non aveva più il suo unico e migliore amico. Max in un primo tempo non si rassegna alla perdita dell'amico, poi inizia a scrivere delle loro avventura.

 

Alberto

 

 

 

È una storia di …di due ragazzi diversi che affrontano delle avventure

 

I protagonisti sono….Kevin e Max

 

Vivono a Cincinnati, una città americana .

 

 

 

Cosa devono affrontare? La malattia di Kevin, i bulli e il padre di Max.

 

Luca

 

 

Una  coppia di amici legata da un vero sentimento di amore e fedeltà; l'uno era la forza ( Max ), l'altro la mente ( Kevin ).

 

Il film Basta guardare il cielo riesce a trasmettere un grande messaggio di fratellanza e speranza, in quanto nella vita non è così facile riuscire trovare un vero amico con cui ridere, scherzare e proteggersi a vicenda.

 

Azzeccata anche da parte del regista la scelta dei personaggi principali ed in particolare l'imponenza di Max : grande e grosso, che raffigura la forza, anche quando è terribilmente disperato a causa della morte del suo fedele amico.

Loris

 


LE SCENE PIù SIGNIFICATIVE



BASTA GUARDARE IL CIELO,  SCRITTO DAL NOSTRO PUNTO DI VISTA


Basta guardare il cielo

 

Max è il figlio di un assassino che, ogni giorno, prende l’autobus per tornare a casa da scuola.

 

Un giorno sull'autobus incontra i bulli della scuola (la gang di Blaze) che lo prendono in giro perché è figlio di un assassino e, una volta arrivato a casa, si sdraia sotto il letto e sogna di attraversare le doghe e raggiungere il suo mondo immaginario.

 

Il giorno seguente, durante l’ora di motoria, i soliti bulli lanciano la palla contro Kevin, un ragazzo disabile, lo fanno cadere e incolpano Max.

 

Dopo poche ore Max va a ripetizioni da Kevin e fanno pace tanto che Kevin gli chiede se può portarlo a vedere i fuochi d’artificio. La sera seguente Max asseconda il suo desiderio.

 

Durante i fuochi d’artificio Kevin insulta però la gang di Blaze che insegue i due ragazzi fino al lago, dove vengono salvati dai poliziotti.

 

La notte seguente Kevin si intrufola in camera di Max è gli propone una nuova missione: andare alla ricerca di un tesoro nascosto. Ma quando i due trovano finalmente il tesoro, vengono sorpresi da un’imboscata della gang di Blaze e, grazie alla forza di Max, riescono a scappare e riportare il tesoro alla proprietaria (Loretta Lee). Dopo essere usciti dalla casa della donna, si siedono su una panchina a riflettere sui loro padri e Kevin riesce a far capire all’amico che i figli sono diversi dai propri padri.

 

Il giorno seguente Kevin gioca una partita di basket sulle spalle di Max e insieme riescono a vincere ma, arrivata l’ora di pranzo, Kevin si strozza con il cibo e viene salvato dall’amico.

 

Successivamente Max viene rapito da suo padre e Kevin va a cercarlo, incurante dei pericoli.

 

Max intanto, è stato portato a casa di Loretta Lee dove riesce a liberarsi sfruttando un momento di distrazione di suo padre e, grazie all’aiuto della finta pistola di Kevin (che nel frattempo è riuscito a raggiungerlo) riesce a scappare e far arrestare suo padre. Nei giorni successivi. Kevin regala a Max un libro vuoto sul quale scrivere la loro storia e tutte le loro avventure.

 

Il giorno seguente, però, Kevin muore a causa della sua grave malattia...l’amico disperato rincorre l’ambulanza per arrivare nel posto in cui Kevin dovrebbe fare l’operazione che lo trasformerebbe in un robot ma scopre che è solo una fantasia e quel luogo, in realtà, non è altro che una lavanderia.

 

Il film si conclude con il lancio dell’ornitottero costruito da Kevin, simbolo dell’importanza dell’amicizia tra i due ragazzi e, nell’ultima pagina del libro rimasta bianca, Max disegna la tomba di Kevin.

GABRIELE, JACOPO

 


NOVECENTO DI BARICCO



Tutta quella città... non si riusciva a vederne la fine... la fine! Per cortesia, si potrebbe vedere la fine? Era tutto molto bello su quella scaletta, e io ero grande, con quel bel cappotto, facevo il mio figurone. E non avevo dubbi, che sarei sceso, non c'era problema... Non è quello che vidi che mi fermò Max, è quello che non vidi... puoi capirlo? Quello che non vidi... in tutta quella sterminata città c'era tutto tranne la fine... C'era tutto. Ma non c'era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello: la fine del mondo. Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano? I tasti finiscono! Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti loro. Tu sei infinito. E dentro quegli 88 tasti, la musica che puoi fare è infinita. Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti... Milioni e miliardi di tasti che non finiscono mai... E questa è la verità... che non finiscono mai. Quella tastiera è infinita. Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. E sei seduto sul seggiolino sbagliato. Quello è il pianoforte su cui suona Dio... Cristo, ma le vedevi le strade?! Anche soltanto le strade, ce n'erano a migliaia! Ma dimmelo: come fate voialtri laggiù a sceglierne una? A scegliere una donna... una casa... una terra che sia la vostra... un paesaggio da guardare... un modo di morire... Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n'è! Ma non avete paura voi di finire in mille pezzi solo a pensarla a quella enormità? Solo a pensarla... a viverla! Io ci sono nato su questa nave... e vedi anche qui il mondo passava... ma a non più di 2000 persone per volta. E di desideri ce n'erano! Ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita... Io ho imparato a vivere in questo modo. La terra, è una nave troppo grande per me... È... è una donna troppo bella... È un viaggio troppo lungo... È un profumo troppo forte... È una musica che non so suonare... Non scenderò dalla nave. Al massimo, posso scendere dalla mia vita.


NOVECENTO (ALESSANDRO BARICCO)

 

Autore: Alessandro Baricco.

 

Titolo: Novecento (monologo).

 

Personaggi principali: Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento (protagonista), Tim Tooney (narratore), Danny Boodmann e Jelly Rool Morton.

 

Luogo: Transatlantico Virginian.

 

Tempo: Dal 1900 al 1940 circa.

 

Tema: amicizia.

 

Messaggio: Il libro insegna quanto la vita sia lunga e difficile ed inoltre Novecento non è mai sceso dal Virginian e dopo la morte vive il paradiso come un segno di libertà, anche noi dovremo vivere la vita come lui.

 

COMMENTO

 

Il libro “Novecento” mi è piaciuto un sacco, mi ha sorpreso la storia fantastica di Novecento che viene trovato da neonato sul piroscafo Virginian e lí muore perchè la nave viene distrutta e viene fatta esplodere. La parte che mi è piaciuta di più è quella dello scontro fra Novecento e Jelly Roll Morton, quando il protagonista chiede una sigaretta al suo migliore amico, Tim Tooney, che rimane sorpreso visto che Novecento non aveva mai fumato; il pianista l’accende e la porge all'avversario dicendogli : ”Fumala tu, io non son buono”, e grazie ad una musica sublime vince lo scontro. Novecento mostra il suo coraggio e la sua bravura con lo strumento facendo vedere al nemico che è un grande e insuperabile.

Matilde

 

 Commento

 

A me questo libro è piaciuto molto, soprattutto il profondo legame tra il protagonista e la nave Virginian, che non vuole abbandonare.

 

 

 

Purtroppo in questo romanzo gli avvenimenti sono raccontati in modo incalzante e il testo è breve, facendo finire in fretta questa meravigliosa storia.

 

 

 

Secondo me questo racconto narra l'emozionante storia del pianista, l'amore immenso verso la musica e il pianoforte.

 

 

 

Il pianista è Novecento  che viene definito il migliore pianista del mondo, il migliore pianista che abbia mai suonato sull'oceano.

 

 

 

Novecento è nato e morto sull’imbarcazione Virginian senza mai mette piede sulla terraferma.

 

 

 

Quindi la sua carriera da pianista inizia e finisce su una nave.

 

 

 

Il racconto è capace di far immedesimare il lettore in Novecento e lo culla sul Virginian.

 

 

 

La passione di Novecento nasce dopo la morte del papà adottivo, che durante una burrasca viene colpito da un gancio sulla testa che gli fa perdere molto sangue e quindi morire. Quella sera Novecento suona una lieve melodia che esce dal pianoforte.

 

 

 

La dolce musica prodotta dal pianoforte compensa le emozioni negative e il dolore per la morte del padre

 

 

 

Consiglio questo romanzo, che è ricco di emozioni, a tutti, perchè il significato è grande, ma capirlo non è difficile.

 

 

 

 

 

Samuele

 

 

 

 

Si tratta di una storia di passione: la passione di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento per la musica. Novecento fu trovato il 1 gennaio 1900, sulla nave Virginian, da Danny Boodman, che decise di adottarlo. Danny crebbe il figlio finché non morì per colpa di un incidente. Suo figlio sembrava scomparso ma riappare al pianoforte suonando divinamente. Per tutti gli anni a venire Novecento suonò il piano sul Virginian, da cui non scese mai. Un giorno sulla nave salì Max Taylor, trombettista, che diventò il suo migliore amico. Grazie alla sua fama di pianista, Novecento, dovette sfidare il “padre del jazz”, riuscendo a batterlo. Un giorno Novecento decise di scendere dalla nave, ma per qualche motivo ritornò sui suoi passi. Anni dopo, Max scoprì che il Virginian stava per essere distrutto e Novecento era rimasto sulla nave, quindi provò a dissuaderlo dal suo intento, ma egli rifiutò: era nato su quella nave e sarebbe morto lì.

 

 

 

Commento

 

 

 

Questo film mi è piaciuto molto, così come il libro: la storia di Novecento è molto triste, ma al contempo le sue scelte sono comprensibili: lui ha vissuto per tutta la vita in un mondo limitato, e non riesce ad immaginare la vita in un mondo vastissimo come la terra. Anche la figura di Max è interessante: la sua vita era diventata la vita sulla nave, e per lui è difficilissimo lasciarla. Fa di tutto per dissuadere Novecento a farsi saltare in aria con il Virginian, ma alla fine comprende le sue scelte come un vero amico.

ELVIS

 

 

 

 

Nel testo teatrale di Baricco, Novecento è descritto come una persona inesistente dal punto di vista anagrafico, ma, dopo aver riflettuto, mi sono resa conto che anche come uomo non vive una vera propria vita. Infatti conosce il mondo indirettamente attraverso i passeggeri della nave che gli raccontano le loro speranze sogni, le loro avventure ed esperienze e gli descrivono i luoghi che hanno visitato. Danny Boodman T. D. Lemon Novecento è affascinato da questo mondo parallelo alla sua realtà, ma, allo stesso tempo, spaventato da tutte le scelte gli porrebbe la vita là fuori, sapendo che scegliere significa scartare delle opportunità. Per lui la vita è troppo varia a differenza della tastiera che lui conosce bene e che ha solo 88 tasti con cui può creare infinite combinazioni di note. Per questo il ragazzo, prima di fermarsi davanti al terzo gradino, prova due forti emozioni, la paura e l’insicurezza, mentre quando Tim Tooney, il trombettista, abbandona il piroscafo si sente solo e abbandonato e si accorge dell’amicizia che li legava. La vera passione di Novecento è la musica: quando in paradiso gli dicono che ci sono soltanto due braccia destre di ricambio, un non si dispera affatto perché farebbe qualsiasi cosa pur di suonare un pianoforte per farsi trasportare da un nuova melodia. Importante è il tema del viaggio: gli emigranti con coraggio fanno un vero viaggio e vanno alla scoperta di una nuova terra, l’America, e verso una nuova vita; Novecento, invece, va avanti e indietro sull’Oceano senza mai fermarsi e alla fine accetta la morte; che non lo spaventa diversamente dagli altri uomini. Una scena che mi è piaciuta è quella in cui Novecento ed il trombettista si lasciano trascinare con il pianoforte per la sala dalla forza della musica e dall’Oceano. Questo libro all’inizio mi ha un po’ disorientata, anche perché non sono abituata a leggere testi teatrali ma piuttosto romanzi, però, dopo averci riflettuto, mi sono resa conto dei molteplici argomenti che vengono affrontati, uno dei più importanti è la musica.

FRANCESCA

 

 

 



Si tratta di una storia di paura, felicità e tristezza. All'inizio, in una nave, un tipo di nome Danny trova un neonato, lo prende e lo  cresce in sala macchine.

 

Danny gli dà il nome di T. D. Lemons Novecento. Un giorno Danny muore, il bambino è tristissimo. Giorni dopo, Novecento scopre la sua  Passione per il pianoforte.. Diventa adulto e amico di  Max. Novecento durante una tempesta chiede a Max di mettere le ruote al piano, così mentre lui suona segue il movimento della nave.

 

Novecento si scontra contro il Creatore del jazz e vince. Alla fine Max riesce ad entrare nella nave ormai dismessa dove trova Novecento, lui non vuole scendere e  si fa esplodere con la nave . La parte che mi è piaciuta di più è la sfida, Novecento inizia con una musica triste ma straordinaria, poi il ballo con il piano durante la tempesta. Il film mi ha commosso sul finale infatti Novecento muore.

Loris

 


Questa è una storia di amicizia. Che inizia con il narratore (Max Tooney)  che, vendendo la sua tromba, comincia a raccontare la storia di T.D. Boodman Lemon Novecento: Danny Boodman lo  trova in una culla, nella sala da ballo del Virginian. Un giorno Danny, al lavoro, viene colpito da una catena d’acciaio, subito sviene. Il medico dice che se non avesse riso a crepa pelle sarebbe sopravvissuto, ma Novecento gli legge i nomi dei cavalli da corsa e lui scoppia dalle risate. Un giorno dei poliziotti fanno dei controlli, ma non trovano Novecento. Ad un certo punto ricompare suonando il pianoforte. Viene sfidato da Jelly Roll Morton, ma lo straccia malamente. Mentre Novecento sta  suonando il  piano decide di scendere dalla nave, per incontrare una ragazza, della quale si innamora. Novecento vuole incontrarla da vicino, ma poi risale immediatamente. Quando Max viene a sapere che il Virginian sarebbe stata distrutta, si lancia alla ricerca di Novecento, ma non riesce a salvarlo.

Elvis