UNA VERA AMICIZIA

 

 C’era una volta un bambino di nome Axel, che apparteneva alla famiglia reale, aveva una sorellina di nome Rose, il padre Redin e la perfida matrigna Marial.

 

Al compleanno di Axel furono invitati tutti i bambini del paese, tra cui Max, un povero bambino orfano, suo amico. Durante l'apertura dei regali anche Max diede il regalo ad Axel: una pallina di vetro con la neve.

 

Axel apprezzò molto quella pallina e ringraziò il suo amico:- Grazie è proprio bella-, disse.

 

Quando arrivò alla festa la matrigna sconcertata si chiese:- Ma cosa ci fa un bambino così povero alla festa di un nobile bambino?

 

-Lui è un mio amico e io lo voglio alla mia festa! Rispose Axe.

 

La donna diede un ordine:-Guardie, portatelo via, questo bambino non è degno di essere a questa festa.

 

Axel andò in paese per cercare Max, lo trovò mentre piangeva in un vicolo:- Io non potrò mai essere tuo amico-urlò Max, Axel rispose :- No, per me lo sei eccome!

 

La matrigna andò a cercare Axel, quando lo vide era con il povero Max:- Ancora tu -con la sua bacchetta magica da strega rimpicciolì Max rinchiudendolo nella pallina di vetro regalata.

 

Quella sera, Axel chiese alla sorellina Rose:-Visto che tu hai il letto vicino alla camera della matrigna, vai nel suo comodino e zitta zitta prendi la bacchetta magica e il suo libro degli incantesimi, stai attenta è una …strega!

 

La bambina rispose:- ok Axel ci proverò-

 

Nella notte la sorellina seguì il piano, riuscendo così a prendere la bacchetta e il libro magico.

 

Successivamente Axel andò a prendere la palla dove era rinchiuso il povero Max, recitando una delle tante formule magiche, così riuscì a liberare Max.

 

Tutto sembrava andare bene ma invece, Marial ordinò:- Datemi la bacchetta e il libro, altrimenti vi farò scomparire dalla faccia della Terra!

 

I bambini impauriti scapparono, non sapendo cosa fare Axel chiese aiuto all'amica  Dea Serpentina, lei l'avrebbe sentito ovunque:- Serpentina, Serpentina, dove sei, aiuto aiuto! Come per miracolo apparve la Dea guardando così negli occhi la strega impietrificandola.

 

Il bambino disse:- grazie, grazie, Serpentina-

 

Serpentina rispose:- Sta tranquillo sarò sempre al tuo fianco, per te questo e altro-

 

Così i bambini raccontarono tutta la storia al re Redin, il Re si prese cura di Max, lo adottò lo considerò come un figlio e quindi fratello di Rose e Axel.

Gabriele

 


La prova del re

C’era una volta un giovane nobile bellissimo che voleva sposare la figlia del re. Un giorno andò a chiedere la sua mano a suo padre, che però gli rispose che gli avrebbe dato in sposa sua figlia solo se fosse andato nella foresta vicino al castello, ci fosse restato per un giorno e fosse tornato.
Il giovane andò a casa e si procurò l’equipaggiamento per affrontare l’impresa.
Prese un cavallo e delle armi dalla scuderia per difendersi dagli animali feroci e, nonostante il padre gliel’avesse vietato, partì per la foresta. Stava galoppando ormai da qualche ora, quando vide un uomo incappucciato, che gli chiese di fermarsi e gli disse: - Sono un viandante affamato e povero, vedo che sei ben vestito e nutrito, mi potresti ospitare nella tua casa? - il giovane gli spiegò la situazione e allora il viandante gli chiese di cacciare degli animali per lui in modo da poterli mangiare.
Il giovane accettò e, ormai al tramonto, tornò con diversa selvaggina. Intanto il misterioso viandante aveva costruito un falò e su di esso pose la carne. Poi, vedendo che il ragazzo stava costruendo un rifugio per la notte, gli chiese di ospitarlo e lui accettò. La mattina seguente, però, successe una cosa inspiegabile: il giovane si risvegliò con le sembianze di un asino, nonostante riuscisse a camminare su due piedi, e il viandante era sparito. Il poveretto era disperato, ma decise comunque di tornare al castello perché lui e la figlia del re si amavano e credeva che lei lo avrebbe accettato così. Il ragazzo stava per uscire dalla foresta, quando incontrò di nuovo il viandante.
Credendo che fosse stato lui, gli si scagliò contro; ma la figura incappucciata, con uno schiocco di dita, lo immobilizzò. - Calmati, ragazzo, - gli disse - non sono tuo nemico. Io in realtà sono un mago al servizio del re. Ti ho chiesto, sotto le mentite spoglie di un viandante, di portarmi della carne e di ospitarmi nel tuo rifugio per misurare la tua generosità nei confronti degli altri e ti ho trasformato in un asino per accertarmi che tu amassi veramente la figlia del re. Infatti ho sottoposto a questa prova tutti quelli che hanno chiesto la mano della principessa, ma nessuno ha mai pensato di tornare indietro con queste sembianze, perché nessuno era mai stato spinto dall’amore, come è successo a te. Tuo padre ti aveva vietato di andare in questa foresta proprio perché tutti i pretendenti della principessa non sono mai  tornati, e questo ha generato strane voci e leggende. Ora va al castello. - 
Così il ragazzo, una volta  riprese le sue vere sembianze, sposò la principessa e vissero tutti felici e contenti.

Daniele

 

 

 


UNA STRANA NOTTE

 

Una notte, Roberto, un bimbo paffuto e buffo, mentre stava dormendo in camera sua, si svegliò a causa di uno strano rumore e si ritrovò in un’altra epoca, insieme ai suoi soldatini giocattolo che  avevano preso vita e che erano diventati alti come lui. Chiese così a uno di loro cosa fosse successo e se poteva portarlo dal re per chiedergli come poteva ritornare a casa sua.

 

Il soldatino di piombo accettò e chiamò un altro soldatino a carica che aveva attaccate alle mani dei tamburelli; lui arrivò immediatamente con un carretto a due ruote così Roberto ci salì sopra e partirono insieme per raggiungere il castello del re.

 

Il castello era enorme in mattoni grigi e circondato da un profondo fossato con sotto un fiume: per poterlo superare bisognava passare su un ponte levatoio.

 

Percorsero il ponte, ed entrati nel castello, attraversarono un lungo corridoio con un tappeto rosso, a fianco in rigoroso ordine, disposti a schiera vi erano numerosi soldatini. Giunsero nella sala del re, che era seduto sul suo trono, annunciati dal suono dei tamburelli del soldatino a carica.

 

Roberto in lacrime gli chiese se poteva aiutarlo a ritornare alle sue dimensioni reali e a riportarlo a casa nella sua camera da letto: il re accettò, Roberto si sentì sollevato e felice.

 

All’improvviso  Roberto si risvegliò nella sua camera e scoprì che quell’avventura era stato soltanto un sogno e che i soldatini si trovavano al loro posto, nel baule dei giocattoli.

 

ALBERTO

 


LA FORESTA INCANTATA

 

 

 

Anticamente vicino a una reggia sorgeva una foresta: in essa c’era una piccola radura nascosta dove si ergeva un albero maestoso in cui viveva una tribù di gnomi.

Lo gnomo più piccolo si chiamava Lucciolo, era molto generoso, però anche testardo soprattutto perché era stanco di sottostare agli ordini dei fratelli maggiori.

Un giorno, Lucciolo decise di scappare: lui non era mai sceso dall’abete, ma riuscì a sconfiggere le paure e, grazie al suo coraggio, riuscì a calarsi vicino alle radici.

Solo in quel momento, si rese conto delle dimensioni enormi del prato che ricopriva la radura e, così, Lucciolo incominciò la sua lunga avventura.

Il giorno dopo, i fratelli si resero conto della sua scomparsa e informarono immediatamente tutta la comunità che si mise in moto alla ricerca del piccolo gnometto, ma senza risultato.

Dopo giorni e giorni di cammino Lucciolo, allo stremo delle forze,  arrivó a un castello nel quale si intrufolò per rifocillarsi. La principessa, che viveva nella reggia, incuriosita dai rumori provenienti dalla cucina, vi entrò, vide il piccolo gnomo, ma promise di non rIvelare  a nessuno la sua presenza: fu così che i due diventarono molto amici, ma, un giorno, a palazzo arrivó una strega che fece un sortilegio alla principessa e lei cadde addormentata. Lo gnomo tornó allora all’albero per chiedere aiuto ai fratelli che, rivedendolo, esultarono e fecero fesa,  spiegó loro che doveva restituire un favore alla principessa e perciò era alla ricerca di una cura per vincere il sortilegio. I fratelli maggiori accompagnarono Lucciolo nella loro grande biblioteca che si trovava nascosta sotto le radici dell’albero. Il piccolo gnomo era molto ansioso di trovare un volume di magia e inizió ad aprirli tutti ma, quando prese dallo scaffale il terzo libro, il mobile si scostó e lasció spazio ad un cunicolo che conduceva in una sala con al centro un piedistallo e sopra un libro magico.

Quando Lucciolo lo aprí, tutta la stanza si illuminò di una luce rossa, apparve una colomba che incominció a volare e fiocchi di neve iniziarono a cadere. La colomba, con il suo volo, gli indicó un’ampollina contenente un liquido colorato, il piccolo gnomo la portó alla principessa e lei bevve la pozione.

 

Improvvisamente la fanciulla si sveglió guarita e decise di ricompensare i suoi salvatori proponendo loro di andare a vivere tutti insieme nel castello: ci fu allora una bellissima festa con fuochi di artificio che illuminarono tutta la radura e il bosco.

Francesca

 


LA RAGAZZA ALBERO E IL MISTERO DEL TAMBURO

 

Durante la primavera, nacque una bambina di nome Isabelle, che venne sempre disprezzata, dalla sua famiglia nobile che possedeva un tamburo incantato dall'origine sconosciuta.

 

Nel corso degli anni, Isabelle diventò grande e il giorno del suo decimo compleanno i suoi genitori le regalarono una chiave, può sembrare strano come regalo, ma ad Isabelle piacque molto e la appese ad un chiodo in camera sua.

 

Nei giorni successivi, Isabelle fece amicizia con una ragazza e la invitò a casa sua, portò l'amica in camera per mostrarle la chiave, l'amica rimase molto colpita dalla bellezza di quella chiave e chiese a Isabelle :-Ma questa chiave può condurre  a un tesoro?- - Forse sì, non ci avevo mai pensato fino ad ora, ma adesso che ci pensò potrebbe condurci al tamburo magico che hanno nascosto i miei genitori e che desidero tantissimo, farei di tutto per averlo - rispose Isabelle.

 

Allora nel dubbio le due ragazze si aggirarono nel castello in cerca del tamburo fino a quando apparve una mela parlante davanti a loro, le ragazze erano spaventate, ma la mela disse loro di non avere paura  e che le avrebbe aiutate a trovare il tamburo.

 

La mela fornì a loro una mappa segreta dove  era disegnato il nascondiglio  del tamburo, dopodichè scomparve.

 

 Le ragazze si misero a cercare e dopo qualche ora di ricerca entrarono nelle fognature della casa dove videro un tunnel stretto in cui poteva passare una sola persona, allora l'amica di Isabelle le disse che l'avrebbe aspettata lì.

 

Isabelle prese la mappa e la chiave, si infilò nel tunnel e lo oltrepassò, appena mise un piede per terra, alzò lo sguardo vide dell'edera che arrivava fino alla superficie, si arrampicò e raggiunse un luogo misterioso: un bosco.

Nel bosco trovò sotto i suoi piedi una botola chiusa a chiave, Isabelle guardò la mappa,  la croce segnava proprio quel punto, in quel momento il terreno iniziò a tremare ed arrivò un mostro composto d'erba che disse che era il guardiano del tamburo magico e nessuno doveva toccarlo perché si sarebbe trasformato in un albero.

 

Ovviamente Isabelle non credette a quello che disse il mostro e aprì la botola, prese in mano il tamburo e i suoi capelli si trasformarono in foglie, i suoi piedi in radici, capì di essere diventata un albero.

 

La mela parlante giunse davanti a lei e disse:- Brava Isabelle sei caduta nel tranello che ti abbiamo teso io e i tuoi genitori che ti hanno sempre odiata, ovvero quello di farti trasformare in un albero-.

 

La mela si pose su un ramo della ragazza e non si spostò  più  e Isabelle rimase per sempre un albero.

 

Sofia

 


                               LE DUE TRIBÙ DI FORMICANDIA

 

Nel paese di Formicandia vivono due tribù: la tribù SmallAnt e la tribù BigAnt, che ogni giorno litigano per comandare e avere il pieno potere.

 

Un giorno le due formiche-capo, stanche di tutte quelle discussioni e di tutte quelle lotte, decidono di sfidarsi: otterrà il trono la formica che scalerà per prima il tesoro nazionale, una pila di monete di formaggio.

 

Ma le due formiche raggiungono la vetta nello stesso momento.

 

Decidono quindi di combattere per ottenere il trono, ma sono entrambe agili e forti e la lotta non sembra finire mai.

 

Ad un certo punto le due formiche si fermano, si guardano e si mettono a ridere.

 

Capiscono che l’unione fa la forza e decidono che guideranno le due tribù insieme

 

Jacopo

 


I due fratelli e il lupo

 

C'era una volta, in una casetta in campagna, una famiglia con due figli: Leonardo e Chiara, loro due andavano d'accordo e aiutavano sempre i genitori.

 

Un giorno vennero mandati alla ricerca di legna vicino ad un bosco molto lontano da casa, mai era stato proibito loro di addentrarsi da soli senza aspettare il padre che sarebbe andato a prendere un’ascia.

 

Leonardo peró, molto sicuro di sé, volle partire lo stesso, anche se Chiara continuava a trattenerlo e dirgli di aspettare.

 

Il ragazzo continuó ad andare fino ad arrivare al bosco,  la ragazza preoccupata lo seguí per assicurarsi che non gli succedesse niente; i genitori quando scoprirono che non li avevano aspettati li cercarono, ma ormai si erano giá allontanati troppo e sarebbe stato difficile trovarli.

 

Leonardo e Chiara iniziarono a cercare la legna e quando ne trovarono abbastanza decisero di tornare, ma era buio e non sarebbero riusciti a trovare la strada giusta, iniziarono a preoccuparsi e scoppiarono in lacrime, poi si addormentarono.

 

Durante la notte arrivó accanto a loro un lupo con l'intento di sbranarli, ma Chiara se ne accorse e urló cosí forte da svegliare il fratello, i due iniziarono a scappare alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarli, ma visto che non si vedeva niente si arrampicarono su un albero e ci rimasero tutta la notte.

 

Il giorno dopo, il lupo stava ancora aspettando, allora il ragazzo gli propose una sfida: se fosse riuscito ad arrampicarsi piú in alto di quanto erano saliti loro, i due ragazzi sarebbero scesi e si sarebbero fatti mangiare, in  caso contrario il lupo se ne sarebbe dovuto andare e li avrebbe dovuti lasciare in pace; l'animale accettó e provó a salire su un albero accanto a quello dove erano saliti Chiara e Leonardo, ma senza successo, cadde  subito a terra, ma non se ne andó, continuó a provare finché riuscí a salire alla stessa altezza dei bambini, loro dovettero scendere, ma prima tirarono al lupo due grosse pietre che lo fecero cadere e svenire.

 

I ragazzi scapparono verso una stradina che avevano avvistato dall'albero, essa conduceva al punto da cui erano partiti.

 

Quando arrivarono, trovarono i genitori che piangevano, andarono ad abbracciarli  e vissero felici e contenti.

Matilde

 


Il coniglio e le tre porte

 

 

 

C’era una volta, in un regno, un coniglio che come lavoro faceva il fabbro.

 

Un giorno la figlia del re venne rapita e fu portata su un monte che aveva il nome di: Monte Tormento; il re, disperato, andò a cercare aiuto nel villaggio, ma nessuno voleva salire sul Monte.

 

Quando la notizia arrivò al coniglio, lui andò dal re, e visto che era l’unico che si era offerto volontario, il re gli diede armatura e spada, così lui partì.

 

Arrivato sul Monte Tormento, il coniglio si trovò davanti tre porte: una tutta decorata, una fatta di acciaio, quindi molto resistente e una porta piccola e insignificante.

 

Il coniglio entrò dalla porta più solida, si trovò davanti un gigante che lo ferì ma, dopo ore e ore di combattimento sfiancante, il coniglio riuscì a ucciderlo e uscì dalla stanza,  entrò dalla porta insignificante, dove un vecchio gli diede una chiave d’oro che lo curò ed aggiunse che doveva usarla il suo dono con la porta più bella.

 

Il coniglio uscì dalla stanza e mise la chiave nella serratura della terza porta e quando l’aprì, finalmente,  si trovò davanti la principessa; lui la liberò e la riportò subito al villaggio.

 

Il re felice di rivedere sua figlia, diede al coniglio il permesso di sposarla; il coniglio accettò e vissero insieme, felici e contenti.

 

Francesco

 


Alla scoperta della casa misteriosa

 

 

 

C'erano una volta due ragazzi di nome Paolo e Giorgio.

 

Paolo era simpatico, divertente ma  pauroso, Giorgio era alto grosso e coraggioso.

 

Un giorno, camminando nel bosco, si persero e si trovarono davanti ad un gran muro di cinta, si poteva  scorgere una casa grande e diroccata.

 

Giorgio disse :” Dai, entriamo, andiamo ad esplorarla ! “ , Paolo tentennando esclamò :” Non sarà pericoloso ?”,  Giorgio lo convinse ed entrano così nel giardino, con l’erba alta e rovi di spine.

 

Si trovarono davanti al grande portale d'ingresso, in ferro arrugginito,  nonostante i vari tentativi dei due giovani non si aprì.

 

“Chiamiamo il mio amico John Cena, lui è fortissimo, lo aprirà ! “ esclamò sorridendo Paolo.

 

In men che non si dica, dopo dieci minuti dall’invio del messaggio col cellulare, ecco arrivare John Cena a bordo di un grosso mezzo.

 

Prima tentò di rompere il portale con i pugni, ma non riuscendo lo sfondò utilizzando il mezzo una sorta di bulldozer.

 

“Ragazzi, io mi fermo qui in giardino a prendere un po' di sole, se avete bisogno fate un fischio “ disse John strizzando l'occhio.

 

Così i ragazzi entrarono nella villa molto buia e polverosa.

 

I lampadari e i muri erano pieni di ragnatele e i vetri delle finestre erano rotti.

 

Usarono la torcia del cellulare per illuminare il cammino, ma la torcia non faceva vedere nulla, non illuminava, eppure funzionava.

 

I due giovani si spaventarono molto e non riuscivano a capire ”Cavolo, andiamo via Giorgio, ho paura !” Disse Paolo.

 

Giorgio si mise a correre, l'amico lo seguì, aprirono la porta dell'ultima stanza in fondo al corridoio e trovarono un tavolo apparecchiato con una candela accesa, la  finestra era intatta, l'unica della casa.

 

Con immenso stupore i due ragazzi si trovarono di fronte un fantasma  con un buco nella pancia da dove spuntava un occhio gigante.

 

I due ragazzi erano pietrificati dalla paura, Giorgio però subito fischiò ed arrivò l'amico John con un aspirapolvere, aspirò il fantasma e lo chiuse in un sacchetto di plastica ( i fantasmi non li possono trapassare ) .

 

Da quel momento tutte le luci della casa si illuminarono, i vetri delle finestre tornarono intatti.

 

La bellissima casa divenne, in quanto ormai disabitata da anni.

 

Dopo pochi mesi nella splendida casa crearono uno stupendo palasport di WWE in onore di John Cena.

 

Loris