LEGGENDE INVENTATE


Cristalda e Pizzomunno


Nell'antichità, a Vieste, il centro turistico più importante del Gargano, in Puglia, vivevano due giovani innamorati, Pizzomunno,un ragazzo forte e coraggioso e Cristalda, una ragazza docile e timida.
I due si erano incontrati in una bottega, lì si innamorarono, ma le loro famiglie non volevano che stessero insieme, perchè lui era figlio di un nobile e lei figlia di uno schiavo.
I ragazzi allontanati dalle famiglie, si potevano incontrare solo al chiaro di luna, quando i gentori dormivano, spesso davanti ad un grande scoglio bianco, alto più di venticinque metri, lì Pizzomunno e Cristalda parlavano di tutto quello che avevano fatto nella giornata, dei loro desideri e sogni.
Un giorno, il genitore della ragazza, accortosi che la figlia non era in casa, decise di cercarla e la trovò insieme al ragazzo; il padre indemoniato la portò subito a casa e la rinchiuse, finchè un giorno decise di trasferirsi in una città lontana così Cristalda non sarebbe più stata insieme a Pizzomunno.
Il ragazzo, appena saputa la notizia, si disperò e cercò di fermare il padre della ragazza, ma era arrivato tardi, erano già partiti, così Pizzomunno andò subito dal grande scoglio bianco, dove poteva rivivere tutti i bei momenti trascorsi con Cristalda.
Non ce la faceva più a pensare che la sua amata se ne fosse andata, allora decise di arrampicarsi sullo scoglio e buttarsi giù.
Così fece.
Appena ritrovato il corpo del ragazzo sulla spiaggia, si decise di dare il nome Pizzomunno alla spiaggia dove fu ritrovato. 

 

 

I fatti strani dell'antica Roma.


Nell'antica Roma vivevano due ragazze, Maria e Lara, figlie di un nobile.
L'impero era governato da un imperatore, molto crudele e spietato che non aveva pietà per nessuno.
Nell'impero accadevano cose molto strane, con eventi inspiegabili, soprattutto di notte, nelle case dei nobili, arrivavano dei piccoli gnomi che mettevano a soqquadro tutte le stanze delle abitazioni e rubavano gioielli.
Un giorno, Maria e Lara vennero attacate da questi esseri; decisero così di chiedere aiuto ad un loro amico, chiamato Andrea.
Questi tre ragazzi escogitarono un piano che prevedeva di stare svegli la notte e di intrappolare gli gnomi con una rete.
Durante la notte, appena arrivarono, i ragazzi, di nascosto, presero la rete e la lanciarono velocemente sopra i piccoli esseri e li catturarono tutti.
Attuato il piano, decisero di buttarli nel pozzo profondissimo che si trovava dietro casa, e da quell'estate non se ne videro più.

 

L'uso del pesto in liguria.
Tanto tempo fa, in Liguria, viveva in un grande castello una bellissima principessa, il suo nome era Valentina.
Il padre di questa fanciulla era il re della regione e la madre la regina, un giorno ai due genitori venne offerto un calice, era una pozione che rese i due sovrani smemorati, era stato offerto loro da un nemico, che si era travestito da servitore, il duca della regione accanto.
Valentina, che aveva già capito l'inganno del duca, chiamò a corte un mago, gli chiese come potevano essere curati e lui le rispose:-Con un'erba magica che si trova dentro il bosco incantato-.
La fanciulla preocupata mandò un servitore a recuperare l'erba magica.
Dopo ore e ore, il servo arrivò con l'erba, era verde e profumava, il mago ne fece una salsa , la mise su un pezzo di pane, la diede da mangiare ai due sovrani e loro recuperarono la memoria e dichiararono guerra al duca, che venne poi cacciato.
L'erba magica venne soprannominata "Basilico", la salsa "Pesto", dal cognome del mago, e si spiega così l'origine del pesto che divenne poi piatto principale della Liguria.


Matilde Donato

 

IL BIELLESE INVASO DAI BRIGANTI

 

Il Biellese nel 1800 era invaso dai Briganti.

 

Gli abitanti un giorno andarono tutti in pellegrinaggio a pregare la Madonna d' Aroba , tranne una fanciulla .

 

La fanciulla durante la notte sentì le voci dei briganti, che iniziarono a tagliare l' inferitura della sua finestra , così lei prese l'ascia del padre e tagliò la mano al malcapitato .

 

Il brigante si allontanò , ma giurò vendetta .

 

Il giorno seguente , quando gli abitanti del villaggio tornarono , diedero una festa e la fanciulla andò a ballare, lì incontrò un forestiero che la chiese in sposa e lei accettò.

 

Il mattino dopo, la fanciulla salì su una carrozza,

IL BIELLESE INVASO DAI BRIGANTI

 

Il Biellese nel 1800 , era invaso dai Briganti.

 

Gli abitanti un giorno andarono tutti in pellegrinaggio a pregare la Madonna d' Aroba , tranne una fanciulla .

 

La fanciulla durante la notte sentì le voci dei briganti , che iniziarono a tagliare l' inferitura della sua finestra , così lei prese l'ascia del padre e tagliò la mano .

 

Quando il brigante si allontanò , giurò vendetta .

 

Il giorno seguente , quando gli abitanti del villaggio tornarono , diedero una festa e la fanciulla andò a ballare ,lì incontrò un forestiero che la chiese in sposa e lei accettò.

 

Il mattino dopo , la fanciulla salì su una carrozza, inviata dal futuro sposo e si avviò al castello del forestiero .

 

Quando giunse lì , dopo aver percorso una strada che sembrava adatta a un'imboscata , vide il forestiero cupo e spaventoso che le mostrò il braccio tagliato a metà , così lei capì che si trovava davanti al brigante a cui aveva tagliato la mano, era stata imbrogliata.

 

Fu portata in una stanza dove c'era un calderone pieno d'olio, e data in custodia ad una vecchietta, quando la vecchia, seduta vicino al fuoco, con la testa appoggiata al petto si  addormentò, la fanciulla decise di provare con la  sciarpa lunga a prendere le chiavi della cella .

 

Allungò le braccia al massimo e fece cadere le chiavi dalle gambe della vecchia e le trascinò verso le sue mani, la fanciulla le prese, aprì la cella e corse nella prima stanza libera che trovò e si nascose lì per un'intera notte .

 

Intanto al villaggio il padre della fanciulla iniziò a preoccuparsi e la andò a cercare nel bosco .

 

Nel castello, appena la vecchia si svegliò, chiamò il brigante per fargli perlustrare ogni angolo.

 

La fanciulla intanto riuscì a scappare e andò nel bosco, senza cibo né acqua, si sedette su una radice e si addormentò .

 

Il padre continuò la ricerca, ormai disperato e senza speranza, vide sua figlia sdraiata sulla radice e andò subito  a soccorrerla .

 

Lei raccontò a suo padre tutto quello che era successo e organizzarono un attacco ai briganti. Tutto il villaggio andò verso il castello con forconi infuocati e lo incendiarono, così i briganti scapparono preoccupati giurando di non dare più fastidio al villaggio e il padre insieme alla fanciulla ne uscirono soddisfatti.

Sofia
 

 

 

LO SCOGLIO BIANCO E LA SPIAGGIA di PIZZOMUNNO

 

Nell'estate del  Ottocento a Vieste , arrivano due ragazzi : Pizzomunno e Cristalda.

 

Un giorno, i due , girovagando per Vieste , si scontrarono e dopo quell'incidente i due cominciarono a frequentarsi e uscire insieme .

 

Dopo un po' , i due si diedero il primo bacio  su uno scoglio che decisero di dipingere di bianco .

 

Passarono gli anni e i due giovani si sposarono .

 

Dopo un po' Cristalda si ammalò e morì , Pizzomunno decise di seppellirla in mare ,per il forte amore di Cristalda verso l'acqua e vi pose sopra come sepolcro lo scoglio bianco .

 

Anni dopo morì anche lui, lo seppellirono sulla spiaggia per far compagnia alla sua amata.

 

È per questo che la spiaggia prende il suo nome .

Sofia

 

IL pesto

 

Una fanciulla ligure di nome Chiara stava andando nel bosco per raccogliere bacche quando si trovò davanti una pianura fantastica e vide un villaggio poco lontano.

 

Arrivata al villaggio, vi trovò persone normali, ma notò, che nei dintorni, non c’erano animali; allora chiese ad un abitante del villaggio: “ Di cosa vi cibate qui ? “.

 

L’abitante rispose: “ Solo di pesto! “.

 

Chiara non credeva a quello che dicevano gli abitanti del villaggio ma poi vide un campo dall'aspetto  "magico“ su cui veniva coltivata una pianta mai vista. Allora chiese di alloggiare nel villaggio per una notte; gli abitanti le permisero di fermarsi, ma in realtà era solo un piano per poter rubare qualche pianticella per realizzare quel cibo squisito cha precedentemente aveva assaggiato.

 

Come programmato, di notte andò alla piantagione  per rubare un po’ di terra ( credeva che il pesto si potesse piantare solo lì ) ed ovviamente il basilico; poi si incamminò nel bosco e riuscì a tornare a casa.

 

Da allora, in Liguria, venne scoperto il pesto.

T. R.

 

 

IL DEMONE DELLA GERMANIA

 

 

 

In Germania, nel 1986, fu costruito un parco al chiuso, il più bello d'Europa.

 

Due amiche di nome Lucia e Luciana andarono all'inaugurazione del parco, mentre il Sindaco stava tagliando lo striscione, apparve un demone rosso che terrorizzò i presenti tranne le due ragazze.

 

Il demone era piccolo, rosso, con una coda infuocata ed una spada ricoperta di sangue.

 

Le ragazze lo tranquillizzarono e riuscirono a portarlo a casa.

 

Tutti gli abitanti andarono davanti a quella casa  per uccidere il demone; il fidanzato di Luciana, che era il capo dello zoo, lo portò via e lo rinchiuse in una gabbia, ma il demone scomparve.

 

A distanza di pochi giorni anche il parco scomparve, e non ne rimase più traccia.

 

Si dice che il demone si aggiri per la Germania a cercare il parco perduto.

 

F.C.

 

 

 

L'ERBA MAGICA

 

 

 

In Liguria, nel 1370, ci fu un inverno secco e rigido.

 

Le provviste scarseggiavano e quindi una fanciulla di nome Bella, figlia di un re, partì dal suo villaggio, con un cavaliere, alla ricerca del Giardino Magico, dove si diceva crescere un'erba, che se unita ad altri ingredienti, formava una crema deliziosa che poteva essere conservata e sfamare molte persone.

 

La fanciulla partì alla volta di questo giardino con il cavaliere, però incontrarono subito un ostacolo: il guardiano del Giardino che viveva alla base del Giardino Magico.

 

Il cavaliere, con la sua spada, combatté con il guardiano e riuscì a batterlo, però subito dopo morì per una ferita che l'avversario gli aveva procurato.

 

La fanciulla, arrivata da sola al giardino, prese gli ingredienti e tornò al villaggio.

 

Mise gli ingredienti in un mortaio e li pestò.

 

I Liguri si sfamarono per tutto l'Inverno, aggiungendo alla salsa preparata un po' di pasta.

 

Visto che per preparalo bisognava pestarlo, la salsa prese il nome di pesto.

F.C.

 

 

 

 

 

BASILICO

 

A Genova, tanto tempo fa, c'era una fanciulla figlia del re.

 

Il padre non ascoltava mai la figlia perché aveva troppo cose da fare nel suo regno, lei era sempre arrabbiata perché si sentiva trascurata, invece suo fratello, avendo un compito reale, trascorreva molto più tempo con lui.

 

Un giorno, la fanciulla invidiosa scappò via.

Fuggendo  nel bosco, nei dintorni di Genova, sulle alture, non vide un pozzo, cadde e rimase lì per un po'. Mentre gridava aiuto, la terra iniziò a tremare, in fondo al pozzo c'era una pianta di basilico magica che si allungò e la fece magicamente risalire dal pozzo.

 

Nel frattempo, il re si preoccupò e andò a cercare la figlia nel bosco, riuscì a trovarla grazie all'intenso profumo che emanava il  basilico che incantò il re.

Da quel giorno, il re lasciò il regno al figlio e restò  con sua figlia. Per ricordare l'avvenimento crearono una salsa gustosissima, il pesto.

 

Gabriele

 

 

 

Le due ragazze fantasma

 

Si narra che in Sardegna, in un museo archeologico, recentemente si aggirino i fantasmi di due ragazze di nome Jessica e Matilde, si dice che fermino i turisti chiedendo dove sono e se qualcuno ha visto i loro genitori.

 

 

Queste ragazze, prima di diventare fantasmi, erano andate a visitare il museo con i genitori, ma, durante il percorso, i genitori erano scomparsi e allora esse chiesero a un ragazzo di aiutarle a ritrovarli.

 

 

Insieme entrarono in una stanza: qui videro i loro genitori legati con una catena al muro e vicino a loro c’era un uomo inquietante che disse: “Adesso tocca a voi”.

 

 

Il signore inquietante si rivelò essere il sorvegliante del museo che odiava talmente tanto il suo lavoro da cercare di impossessarsi delle anime dei visitatori.

 

 

Il ragazzo riuscì a liberare i genitori e con questi fuggì, ma l'uomo catturò però le due ragazze che furono imprigionate e morirono  di fame.

 

 

Le anime delle ragazze, diventate fantasmi, uccisero il sorvegliante e iniziarono la ricerca dei loro genitori per vendicarsi dell’abbandono.

 

Francesca

 

 

 

STONEHENGE

Nel 1699 in Scozia, più precisamente a Stonehenge, avvengono dei fenomeni strani.

 

Le due figlie del re, Rebecca e Giulia, incuriosite dai fenomeni strani che stavano succedendo, una notte si preparano per uscire di nascosto dal castello alla volta di Stonehenge .

 

Durante il tragitto incontrarono un ragazzo povero, che fa un patto con le ragazze: se lui le avesse aiutate loro lo avrebbero ripagato con dell'oro .

 

Arrivati a Stonehenge, incontrano un vecchio che dice loro :-Allontanatevi da questo posto!!! Per il vostro bene -:,i ragazzi, pensando che il vecchio li prendesse in giro, lo ignorano.

 

I ragazzi, arrivati al centro di Stonehenge, percepiscono un'aurea magica, che piano piano li sta indebolendo.

 

Il vecchio  si avvicina loro e dice loro che lui è lo stregone di quel posto.

 

Lo stregone ha il compito di uccidere i ragazzi,  il ragazzo povero si sacrifica per le ragazze così esse possono  scappare e dire a tutti la verità.

A quel ragazzo è dedicato un moumento proprio nel punto del suo sacrificio.

 

Jacopo

 

 

La spiaggia di Pizzomunno.

 

 

 

Nel 1700, a Vieste, nacque un bambino di nome Pizzomunno,  figlio del re. Il bambino era molto attratto dalle sirene.

 

All'età di nove anni sentì dei suoi amici dire che a Vieste era nata una sirena di nome Cristalda, Pizzomunno si esaltò, dopo aver sentito quella storia.

 

Quindi chiese a suo papà se poteva andare a cercare la sua amata sirena, ma purtroppo suo papà gli disse -:No!!! Sei ancora troppo piccolo:- allora Pizzomunno si mise a piangere e si ritirò in camera sua.

 

Il giorno dopo, ebbe un'idea: scappare di casa; lo fece, vagò per giorni e giorni, ma non trovò nessuna sirena, finchè nel mare si alzò un bellissimo scoglio bianco, Pizzomunno, incuriosito, si tuffò in acqua e vide la bellissima sirena che cantava, le chiese-: Come ti chiami? E la sirena rispose -: Cristalda:- subito Pizzomunno si innamorò perdutamente di lei, però non aveva il coraggio di rivelarle l'amore che provava, quindi scappò via.

 

Un giorno, arrivò un mago in città, che chiese a Pizzomunno di esprimere un desiderio, Pizzomunno volle trasformarsi in un tritone, poi corse da Cristalda e le chiese se voleva fidanzarsi; Cristalda rispose di si, così vissero da fidanzati e innamorati.

 

Oggi il nome della spiaggia vicino allo scoglio prende il nome di Pizzomunno e lo scoglio bianco è il posto in cui vissero Pizzomunno e Cristalda.

 

 

Jacopo

 

 

 

La leggenda sull’origine del pesto

 

 

 

Un giorno, una principessa andò a fare una passeggiata nel bosco vicino al castello in cui abitava, però si perse. Vide un arcobaleno, decise di seguirlo e arrivò in una radura sconosciuta a tutti: lì c’era un lago e tutto intorno crescevano delle piantine che le piacquero subito. La ragazza tornò al castello per avvisare tutti della sua scoperta, ma nessuno le credette. Nonostante tutto, la fanciulla ritornava in quel posto magico tutti i giorni, non sapeva, però, che, vicino al lago, abitava una strega.

Un giorno, la strega scoprì la ragazza raccogliere le piante e si arrabbiò molto perché era stata lei a coltivare quelle piantine. La strega decise, allora, di maledire la fanciulla che scappò via ma, appena arrivata a casa, si accasciò sul letto e si addormentò.

Il re preoccupato cercava di svegliarla perché ella stava ormai dormendo da più di una settimana e, non riuscendoci, pensò a quello che gli aveva raccontato la figlia: mandò così i servitori a cercare le piante magiche. Le trovarono, tornarono al castello e incominciarono a schiacciarle in un mortaio e prepararono una salsa aggiungendo altri ingredienti. La portarono alla fanciulla che sentendo il profumo, si svegliò. Da quel momento chiamarono quel cibo pesto, perché la preparazione richiedeva di schiacciarlo nel mortaio.

 

Francesca

 

 

 

Albero Bello

 

Si narra che ad una tribù stanziata in un piccolo paese ricco di vegetazione, Albero Bello, mancasse l'acqua.

 

Per questo motivo mandarono in spedizione due ragazze per trovare dell'acqua per dissetare gli uomini e tutta la popolazione.

 

Le ragazze andarono in diversi luoghi, ma non riuscivano a trovarla; ad un certo punto in lontananza videro tra le colline un grande fiume.

 

Si avvicinarono e scorsero un orco che andava a dissetarsi sulle rive del fiume; ad un tratto lui si girò verso di loro con un'aria arrabbiata, l'orco voleva avere tutta l'acqua per sé.

 

In fretta e furia le ragazze si recarono al villaggio, raccontarono la loro storia, ma nessuno credette alle loro parole.

 

Il secondo giorno, il capo della tribù volendo verificare il loro racconto andò assieme a loro nel luogo dell'incontro.

 

Ci fu uno scontro, l'uomo seppe vincere l'orco. Per celebrare la vittoria crearono degli alberi di pietra, che chiamarono trulli che significa “case della salvezza”.

 

Gabriele