ESERCIZI DI STILE- SCRIVERE SU IMITAZIONE
Fantasioso
C’era molto traffico nella Galassia Z28. Su una navicella pubblica, un alieno di giovane età, con un casco assai floscio, ed un ciuffo di capelli somigliante ad lungo cordone di luci, con un lungo collo da robot si imbufalì con un altro strano alieno, lo accusò di continui spintoni al passare di ogni altro strano essere vivente, con un borbottio insopportabile. Appena trovò una zona libera ci si fiondò. Dopo un po' di tempo lo rividi davanti ad un locale in presenza di un compare, che gli consigliò di aggiungere una arma di grandezza minuscola nel suo strano vestito, lui gli domandò il perché.
Pessimista
Su una strada molto pericolante, intrappolati in un autobus pronto all'esplosione, nel bel mezzo di un traffico probabilmente causato da un incidente mortale, un giovane ragazzo logorroico, possibile kamikaze, si lamentò per i ripetuti spintoni di un altro strano individuo, un ex carcerato. Il giovane si sedette in un posto con un'aria agitata, forse con una botta potente sarebbe saltato in aria. Tempo dopo, rividi ragazzo insieme ad un'altra persona, con una mano in tasca, avrà avuto un'arma?. Il Giovane lo guardò con faccia stupita, l'individuo presumibilmente armato avrà avuto l'idea di uccidere chiunque ci fosse in strada
Poetico
Su una strada assai affollata
Un ragazzo con un'aria arrabbiata
Borbottò arrabbiato
Come un disgraziato,
Un povero uomo lo accusò
A causa di spintoni che involontariamente gli tirò
Il ragazzo molto furioso
Era poco complimentoso
Alcune ore dopo
Lo rincontrò senza nessuno scopo
Un Amico si mise con lui a parlare
Perché il suo vestito era da modificare.
Samuele
Ubriaco
Arrivo da una festa, ho bevuto parecchio. Salgo sul 7, barcollando, con una bottiglia di vino in mano, mezza vuota. Ci sono tante ombre sull'autobus, tanti contorni
sfocati. Non mi reggo in piedi. C’è un signore: cappello floscio, una cordicella al posto del nastro e un collo lunghissimo, come se glielo avessero tirato. O forse sono solo fantasie? La gente
scende alla prima fermata, io lancio la bottiglia a terra. Sto male.
Il signore dal collo lungo si catapulta contro di me e mi sgrida. Ma perché? Sono confuso. Lui continua a urlare. Dice che sono pericoloso.
Scendo dal 7 e riesco a tornare a casa. Qualche ora dopo decido di andare alla Cuor de Rome per comprare un’altra bottiglia. Rivedo quell’uomo e scappo. Non voglio che mi sgridi di
nuovo.
Questione di numeri
Sono sull’autobus 7, un’ora e sei minuti di viaggio, con venti minuti e diciotto secondi di ritardo. Dopo quarantadue minuti sale un signore di esattamente 26 anni e 4
mesi, con il cappello verde scuro, con sfumature petrolio, una cordicella lunga 50 cm che passava all’estremità del collo (lungo 21 cm e 12 mm). Alle
2:32 tutti scendono dall’autobus e quell’uomo si arrabbia inspiegabilmente con un disabile. Vorrebbe il suo posto; é vergognoso.
Dopo centoventi minuti mi dirigo alla Cuor de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. Vedo il signore a 100 metri da me con un amico che gli dice: “Dovresti far mettere un bottone in più appena
sotto il collo, cinque cm più sotto”.
Lombardo
Su la S. Un tal circa de ventises an, capel mol, cunt un cordin al col trop long, par che se ghe l’avesser tira’. La gent la va gio’. El tal in questiun el se inrabiss
cunt un visin. El ghe dis che ogni volta che vun de quei che passen de la lu el rusa. Cunt la vous lacrimusa. Un pu gram. Apen el ved un sit liber el se fiunda. Un po pusse’ tard el ved a la Cour
de Rome, dinnans a la Gare Saint-Lazare. L’e’ cunt un amis ch’el ghe dis: ti duaresset mett un alter buttun al palto’. El ghe fa vede’ in du el dev mettel (la sciangradura) e perche’.
Jacopo
In rima
Era mezzogiorno
presi l'autobus
e mi guardai tutt'intorno.
Vidi un omino dal collo lungo
Con un cappello con al posto del nastro
Una lunga treccia color grigiastro
Costui s’azzuffó con il vicino
Che gli aveva pestato il piedino
Dopodiché vide un posto non occupato
E ci si buttò in modo efferato
Passate due ore ad un altra
Stazione lo rividi
Con un mantello e un amico
Non tanto bello
Che gli intimava di spostare il bottone Sul suo soprabito per ogni stagione.
Comico
Non ci potevo credere!
C'era una giraffa in autobus con un cappello circondato da una treccia di millepiedi. Poi arrivò un uomo che gli schiacció le zampe e dopo una zuffa lei si arrese e andò a sedersi con le
lunghe gambe incrociate su un piccolo posto vuoto. Sembrava un albero dai rami secchi.
Dopo ore la rividi alla stazione di Saint Lazare che parlava con un amico che sembrava un pappagallo dalle piume colorate che gli consigliava di
spostare il bottone dal suo mantello per non far vedere le sue oscenità.
Dialetto
Mi sun montoù in scia coriêra ghèa tanta gènte. Mo notoù un figioâme da o còllo tanto lòngo con un strano capéllo che l’avéiva unn a tréssa a o pòsto do Frexétto.Ttanta confuxon e o figioâme d le stato sponciòu da un vexìn e coscì ha ratelòu. Dòppo o figioâme o se Asetòu inten’n pòsto
vêuo. Poco dòppo incontròu tòrna a-a staçiòn de St. Lazare con o mantèllo mèntre stâva a Discorî con un amîgo che u ghe dîva che use duvéiva mette un poméllo in ciù.
Matteo
Alfabeto Farfallino
Sufullafa Efessefe, ifin ufun’oforafa difi trafaffificofo. Ufun tifipofo difi cifircafa vefentifisefeifi afannifi, cafappefellofo flofosciofo cofon ufunafa
cofordificefellafa afal pofostofo defel nafastrofo, cofollofo trofoppofo lufungofo, cofomefe sefe gliefelofo afavefesseferofo tifirafatofo. Lafa
gefentefe scefendefe. Ifil tifiziofo ifin quefestiofonefe sifi afarrafabbifiafa cofon ufun vificifinofo. Glifi rifimprofoveferafa difi spifingeferlofo ofognifi vofoltafa chefe pafassafa
quafalcufunofo. Tofonofo lafamefentofosofo, cofon prefetefesefe difi cafattifiveferifiafa. Nofon afappefenafa vefedefe ufun pofostofo lifibeferofi, vifi sifi bufuttafa. Dufuefe oforefe piúfu
tafardifi lofo ifincofontrofo afallafa Coufur defe Rofomefe, dafavafantifi afallafa Gafarefe Safeint-Lafazafarefe. Èfe cofon ufun afamificofo chefe glifi dificefe: «Dofovrefestifi fafar
mefetteferefe ufun bofottofonefe ifin piúfu afal sofoprafabifitofo». Glifi fafa vefedeferefe dofovefe (afallafa scifiafancrafatufurafa) efe peferchéfe.
Piemontese
Ansima a la S, anti n’ora’ di ponta,’n monsù ‘d vinteses ani circa, capel, mòl con ‘n cordin al pòst del nastro e ‘n còl tròp long come se a l’avijsso tirailo.
La gent a cala. ‘L monsù an question a s’ anrabia con ‘n visin. Ai dis che tute le vòlte che quaichedun aij passa visin, chiel a lo possa. As lamenta fin-a con cattiveria. Pen-a che ajé ‘n post libèr as campa ansima.
Doj ore dòp a lo ancontra a la Cour de Rome, dandnas a la stassion Saint-Lazare.
A l’è ansema a n’amis che aj dis: ‘d duvrij rete butè ‘n Boston ‘d pì al soprabito e ai fa vedde andua (a la sancradura ) e aj spiega
perchè.
Contrario
Perchè e (alla scian-cratura) dove vedere fa gli.”Soprabito al più in bottone un mettere far dovresti”:dice gli che amico un con è. Saint-Lazare Gare alla davanti, Rome de
Cour alla incontro lo tardi più ore due. Butta si vi, libero posto un vede appena non. Cattiveriadi pretese con, lamentoso tono. Qualcuno passa che volta ogni spingerlo di rimprovera gli. Vicino
un con arrabbia si questione in tizio il. Scende gente la. Tirato avessero glielo se come, lungo troppo collo, nastro del posto al cordicella una con floscio cappello, anni ventisei circa di tipo
un. Traffico di un'ora in, S sulla.
Gabriele
Smemorato
Io, beh, non ricordo bene. Credo che fossimo sulla S, più o meno a mezzogiorno, credo… o erano le tre? Beh, comunque, c’era questo tizio, con il collo un po’ allungato, se ricordo bene, e
aveva un cappello floscio mi sembra… si, credo che fosse floscio. Il bus era affollato, e ogni volta che qualcuno scendeva, il tizio… dunque, se ben ricordo, il tizio… ah, certo, si arrabbiava
con il suo vicino perché lo spingeva ogni volta che qualcuno scendeva, giusto. Poi l’ho rivisto, tre ore più tardi… ah no, erano due. Beh, l’ho rivisto, non mi ricordo dove, con un amico che gli
diceva, che doveva… che doveva… ah sì, gli diceva di aggiungere un bottone al soprabito. Credo.
Spaventato
I-io mi r-ricordo ch-che sul bus c’era q-questo s-signore che mi inc-incuteva mo-molto ti-timore… era mol-molto arrabbiato perché er-eravamo sulla S in un’ora d-di intenso
tr-traffico… era me-mezzogiorno… e un ra-ragazzo lo stava spi-spingendo. Av-avevo u-una pa-paura ma-matta c-che si me-mettesse a sgridare anc-anche me. D-dopo du-due ore, ind-indovinate chi
inc-incontro? L’u-uomo, alla Cour de Rome, con un ami-amico, che gli di-dice di aggiungere u-un bottone all’abi-abito… brr, che paura che ho a-avuto quel g-giorno.
Nei panni dell'uomo
Qualche giorno fa ero sulla S. C’era molto traffico, era circa mezzogiorno. Io ero seduto sul bus, ma il mio vicino mi spingeva ogni santa volta che qualcuno scendeva. Inoltre sembrava che tutti
guardassero il mio lungo collo e il mio cappello floscio. Che nervoso! Due ore dopo sono stato alla Cour de Rome con un mio amico, che in quell’occasione mi ha detto che dovevo aggiungere un
bottone al soprabito, io ho ascoltato il suo consiglio e ora sto molto meglio, ma in quell’occasione ho visto uno di quei seccatori del bus che mi guardava in modo strano.
Daniele
Descrittivo
La linea S, un pullman di solito poco affollato, perchè piuttosto piccolo e malconcio, pieno di cartacce e scarti di cibo per terra, sempre particolarmente affollato, di
persone tutte diverse, con carattere diverso, vestiti diversi, stili diversi, e tra questi c’era un signore, più o meno di mezza età, vestito in maniera lussuosa, con una giacchetta elegante marroncina, dei jeans firmati, ma non troppo, ed un cappello strano, con una piuma.
L’uomo iniziò ad insultare, con parole anche pesanti, dicendo che il rgazzo vicino continuava a spingere ogni volta che qualcuno saliva o scendeva, il ragazzo era vestito in maniera povera, con
delle scarpe vecchie, rovinate, probabilmente non indossava neanche i calzini, i pantaloni erano vecchi, i jeans strappati, una maglia che un tempo era a maniche lunghe, ma ora tutte
stracciate.
Sta di fatto che appena l’uomo di mezza età vide un posto libero ci si fiondò, lasciando perdere il litigio.
Ma poco dopo in una piazza tornò il ragazzo povero dicendo che il signore aveva perso un bottone e glielo restituì.
Copione
Sipario, pomeriggio
Signore di mezza età -Ma perchè mi spingi ogni volta che entra o scende qualcuno da questo maledetto pullman!?
Ragazzo -Ma signore io non l’ho mai spinta
-Ed invece sì, lo fai ogni cavolo di volta che sale qualcuno!!!
-Ma non è vero!
-Sì invece, mi sto veramente infuriando! La pianta ora, o gliela devo far piantare io!?!?
-Ma come faccio a finire di fare una cosa che non ho mai fatto??
-Io vado a sedermi nell’unico posto libero, tu resta lì in piedi, maleducato!
-Bah
Un po' dopo, in una piazzetta…..
-Ei, signore, ha perso questo!
-Grazie tanto, come avrei fatto senza il mio bottone!
Tommaso
In francese
Sur le S, dans une heure de trafic. Un mec d’environ vingt-six ans, un chapeau souple avec une ficelle à la place d’un ruban, un cou trop long, comme si on lui avait tiré
dessus. Les gens descendent. Le gars en question se fâche avec un voisin. Il le gronde de le pousser à chaque fois que quelqu'un passe. Ton plaintif, avec des prétentions de malice. Dès qu'il
voit un siège vacant, il s'y jette. Deux heures plus tard, je l'ai rencontré à la cour de Rome, devant la gare Saint-Lazare. Il est avec un ami qui lui dit: "Tu devrais avoir encore un bouton sur
le pardessus." Il lui montre où (à la casse) et pourquoi.
Inglese
On the S, in an hour of traffic. A guy of about twenty-six, a floppy hat with a string instead of a ribbon, too long a neck, as if they had been pulled at him. People come
down. The guy gets angry with a neighbor. He scolds him to push him every time someone passes. Plaintive tone, with claims of malice. As soon as he sees a vacant seat, he throws himself
into it. Two hours later I met him at the Cour de Rome, in front of the Gare Saint-Lazare. He is with a friend who says to him: "You should have one more button put on the overcoat." He shows him
where (at the scrapping) and why.
Genovese
In scia esse inna de traffegu in tipo de sirca vintisei anni cappellu flosciu cun ina curdetta au postu du nastru collu troppu lungu cumme se ghe l’avessan tiou.
A gente achinna, u tale inquestium u saraggia cun u vescin, un ghe sbraggia ogni votta che u spuncia quarche du tuon lamentusu, e cun preteise de cattivea.
È appena u vedde in postu vou u se caccia.
Due Ue ciu tardi si uncuntran in te cou de rumma.
Ule cun in’amigu che u ghe disce, ti doviesci fa mette in pumellu in sciu suprabitu u ghe fa vedde duve u le sciancou,( e cumme mai )?
Gabriele
Ansioso
Salito sull'autobus, cuore a mille, mille pensieri, vado o non vado? Lascio sedere il signore o no? Corro verso il posto o cammino lentamente? Magari mi viene la nausea se
sto seduto.
Mi avvicino al posto, sento i brividi di occhi raggelanti che mi puntano dritto le gambe, mi fermo, erano quelli del signore.
Ancora più ansia, torno indietro o resto fermo? Chiedo al signore se vuole sedere o mi siedo io?
È arrivata la mia fermata, scendo prima che l'ansia mi faccia diventare matto.
Mi sono accorto che mancava qualcosa, forse il portafoglio o il mio quaderno, no, no, manca il bottone della mia giacca.
Sento il mio nome, il cuore mi batte come quando a scuola ho un interrogazione, mi giro, c'è un mio amico con qualcosa in mano, può essere una cosa pericolosa? Scappo o sto fermo?
Era il mio bottone, mi era caduto sul pullman quando quel signore mi aveva spaventato.
Il bradipo
Suuull’autobus; ho visto una peeeersona; che spiiingeva le altreee per rubargliii; il posto eeeeeeeeeee; poiiii quandooo; sono sceeeso dall buuuus; eeeeeee sonoo andaaaato:
neella Cour De Romeeeee; l'ho rincooooontratoo; di nuooovo; avevaaaa persoo; un bottttoneee.
Il verbale
Signor Navinski è stato visto e accertato, che lei abbia spinto ingiustamente delle persone per approfittare del loro posto a sedere sull'autobus della S.
Con questo verbale vorremmo rimproverarlo per il comportamento assunto sul veicolo e le chiediamo di scusarsi con coloro che hanno subito la sua maleducazione.
Un suo coetaneo ci ha riferito che le ha gentilmente portato il bottone della sua giacca, riteniamo che dovrebbe ringraziarlo.
Spero che terrà conto di questo richiamo, arrivederci e a presto.
Polizia comunale di Roma.
Sofia
Aiuto! Svengo.
Salgo sulla S, vedo che l’autobus è sporco e svengo. Quando mi risveglio vedo una persona con il collo esageratamente lungo e schifoso e svengo. Mi risveglio di nuovo e
vedo che il signore sta litigando per rubare il posto, vado lì vicino per dirgliene quattro ma appena sono da lui mi trovo paura e svengo. Risvegliandomi capisco che sono all’ospedale, esco
e vedo il signore con il collo lungo che prende un bottone da un suo amico e vedo che il bottone è sporco, mi fa schifo non c'è la faccio e… SVENGO.
Ci sono troppe A
Salga salla S, vada cha c’à an tazia can al calla trappa langa a an cardana cama fiacchatta. Al sagnara spanga tatta par sadarsa. Ad an tratta dascata ancha can an
dasabala par farla spastara. Ai pansa cha à malta maladacata. Par fartana scanda ma la ravada nal Caar da Raam cha parla can an saa amaca cha la daca da aggaangara an battana alla saa
camacaa.
Mi faccio troppe domande
Salgo sulla S: Ho sbagliato autobus? Ho dimenticato il biglietto? Stamattina ho fatto colazione? Mi sono lavato? Puzzo?
Cerco un posto nell’autobus, vedo uno con il collo troppo lungo: Avrà qualche malattia o sindrome? Se sì, è contagiosa? Perché come fiocchetto usa un cordino? Sarei alto come lui se avesse il
collo normale? Sono basso? Mi dovrei confrontare con qualcun altro? C’è qualche medicina per farmi diventare più alto?
Il signore, tutto ad un tratto, si mette a litigare con tutti per avere un posto: Perché ha così urgente bisogno di sedersi? È a causa della malattia? Ma allora è contagiosa o no? Devo provare ad
uscire? Devo picchiarlo per metterlo a tacere? Devo fermare la discussione tra lui e quel disabile? La colazione che ho fatto sta mattina era abbastanza nutriente? Sto avendo un’allucinazione? Ho
un calo di zuccheri?
Scendo dall’autobus e vedo il signore con il collo lungo che parla con un suo amico: gli dice che gli manca un bottone: Chissà quale bottone? Sarà difficile metterlo? Perché io non mi sono mai
cucito un bottone? Sono un uomo incompleto? Ho uno scopo nella vita?
Giacomo
Fortunato
Sul mio autobus portafortuna, appena salito grazie all’unico autista simpatico che mi aspetta per una ventina di minuti, ho trovato una banconota da cinquanta euro per
terra.
Vedo salire un uomo dal cappello floscio, ma poi mi accorgo che è una star del cinema e che solo io posso salutare, e che, anche se in un modo un po' scorbutico, mi si avvicina e mi dice
che posso far parte del suo film.
Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, mi ringrazia di avergli fatto notare la mancanza di un bottone al suo soprabito, mi regala un biglietto della lotteria con su scritti tutti i
numeri fortunati e con in palio diecimila euro.
Senza vocali
Sll S, n n’r d trffc. n tp d crc vnts nn, cppll flsc cn n crdcll l pst dl nstr, cll trpp lng, cm s gll vssr trt. L gnt scnd. l tz n qstn s rrbb cn n vcn. Gl rmprvr d
spngrl gn vlt ch pss qlcn. Tn lmnts, cn prts d cttvr. Nn ppn vd n pst lbr, v s btt. D r p’ trd l ncntr ll Cr d Rm, dvnt ll Gr Snt-Lzr. ‘ cn n mc ch gl dc: «Dvrst fr mttr n bttn n p’ l sprbt». Gl
f vdredv (ll scn- crtr) prch’.
Cuoco
Sulla spaghetto in una zuppa di traffico, un menù di circa 26 portate, sugo floscio e con una melanzana al posto del nastro, coltello troppo lungo come se l’avessero
riaffilato. La pasta è pronta. Il cameriere si scontra con un vassoio, gli rimprovera di avere affettato i pomodori troppo spessi. Non appena la cucina è libera, le persone ci si fiondano
con l’intento di assaggiare la Cheesecake appena sfornata. Dopo qualche minuto in refrigerazione, le uova incontrano il burro nell’impasto, ricordando al burro di sciogliersi prima di essere
mescolato.
Emma
Verbale
Signore, con la presente la invitiamo a recarsi questo sabato in aula. Lei è stato accusato di furto. Ieri un suo concittadino si è recato alla stazione di polizia per denunciarla,
accompagnato da un testimone. Secondo i due, lei avrebbe infastidito le persone che stavano usufruendo del servizio di trasporti pubblici della linea S e, dopo aver litigato con l’uomo in
questione, lo avrebbe forse spintonato. Soltanto nel pomeriggio, alla Gare Saint-Lazaire, l’uomo, parlando con un suo amico, avrebbe scoperto che al suo soprabito mancava un bottone e si sarebbe
accorto di non possedere più neppure il portafoglio. Vedendo allora tra la folla un signore che al mattino era sull’autobus, gli aveva chiesto di fargli da testimone, perché sicuramente la lite
per il posto a sedere era stato uno stratagemma inscenato da lei per rubare al malcapitato il portafoglio. Dopo le indagini, sull’autobus è stato rinvenuto il bottone su cui abbiamo trovato le
sue impronte. Per il processo dovrà procurarsi un avvocato e con lui presentarsi in tribunale.
Cordiali saluti, la preghiamo di partecipare all’udienza, in caso contrario sarà direttamente giudicato colpevole.
Preoccupato
Erano già le 7.15.
Sull’autobus della linea S salì un uomo: aveva il cappello floscio, il mio invece era perfettamente dritto e pulito, o almeno così credevo, pensai:<< Non vorrei fosse per caso
storto!>>. La mattina mi piaceva essere puntuale, avevo sempre paura di arrivare in ritardo al lavoro, nel qual caso mi avrebbero licenziato.
L’uomo appariva molto trasandato, al suo posto mi sarebbe venuto un attacco di preoccupazione non da poco. Stava litigando per un posto a sedere. Io preferivo quelli in prima fila, così alla mia
fermata potevo subito scendere, senza rischiare di rimanere bloccato dagli altri passeggeri.
Il pomeriggio rincontrai l’uomo davanti alla Gare Saint-Lazaire: era con un amico, stavano parlando, sembravano molto rilassanti, io, invece, ero in una breve pausa pranzo, ma avevo paura
di distrarmi e per questo di rientrare tardi al lavoro. Naturalmente ciò accadde perché mi fermai a guardarli. L’amico diceva all’uomo che aveva perso un bottone dal suo soprabito, io “ Oh mio
Dio!” Ad una simile affermazione mi sarei subito spaventato perché volevo sempre sembrare perfetto agli occhi degli altri.
Dalla parte dell'Autobus
L’autista tirò il freno e “ Brrrr” di botto le mie ruote inchiodarono. Alla fermata su di me salì molta gente come accadeva ogni giorno al mattino: tutta gente che in fretta si recava al lavoro o
massaie che andavano al mercato per la spesa. Ma ecco un tale attirò la mia attenzione: aveva un collo molto lungo e uno stranissimo cappello floscio, notai anche un altro uomo che lo osservava
come me con interesse. Quello strano individuo scatenò un litigio per un posto a sedere: odio la gente che non rispetta le regole e non si comporta ordinatamente, ci sarebbe voluto un
controllore.
Altra fermata: fortunatamente buona parte di quella folla vociante scese e io ripresi la mia corsa un po’ più tranquillo. Nel pomeriggio, nel mio giro a livello della Gare Saint-Lazaire, rividi
l’uomo con il cappello, stava parlando con un amico che gli toccava il soprabito, forse aveva visto uno strappo o una macchia.
Su di me sale proprio gente strana e ad osservarla non mi annoio mai!
Francesca
Animale
Ero appena salito sull’autobus. Io e tantissime altre sardine eravamo strette sulla piattaforma. Vidi proprio davanti a me un cane rabbioso che spingeva le sardine per
farsi spazio e per trovare un posto a sedere; assomigliava ad una giraffa, il suo collo era magro e lungo e in testa aveva un cappello floscio. Ad un certo punto l'autobus si fermò e alcune
sardine scesero. Il cane iniziò a protestare e si gettò su un sedile libero, come un’aquila sulla sua preda. Esattamente due ore, lo rividi con la mia vista da falco alla stazione, stava parlando
con un suo amico, che gli diceva di far aggiungere un bottone al suo soprabito.
Orario
Ore 8.00
Salgo sull’autobus.
Ore 8.01
Io e tutti gli altri passeggeri siamo molto stretti.
Ore 8.03
Un giovane ridicolo protesta e spintona la gente per ottenere un posto libero.
Ore 8.15
L'autobus si ferma e qualche persona scende.
Ore 8.17
Il giovane scorbutico trova un sedile libero e ci si getta sopra.
Ore 8.30
Scendo dall'autobus.
Ore 10.30
Rincontro il giovane ridicolo che parla con un suo amico davanti alla stazione.
Ore 10.32
Il suo amico gli consiglia di aggiungere un bottone al suo soprabito.
Sicuro
Arrivai alla fermata dell'autobus quella mattina e salii sulla piattaforma, ero sicuro che sarei arrivato in tempo. Eravamo molto stretti, sapevo che ci sarebbe stata molta gente. Dopo qualche
minuto vidi un ragazzo agitarsi e spingere le altre persone, era magro, alto con il collo lungo e una cordicella al posto del nastro, lo avevo già incontrato. Ad un certo punto l'autobus si fermò
e un po' di gente scese e il giovane agitato si lanciò su un posto lasciato libero, come avevo previsto. Due ore dopo lo incontrai davanti alla stazione, sapevo che sarebbe successo. Il ragazzo
si mise a parlare con un suo amico, che come già sapevo, gli disse di aggiungere un bottone al suo soprabito.
Matilde
Romantico
Un uomo bellissimo, seppur giovane, pelato, ma a me piacciono i pelati, aveva un collo lungo, cosa che adoro, visto che se mi farà arrabbiare, posso strangolarlo
senza difficoltà Il giovane si arrabbiò con una delicatezza che solo lui avrebbe potuto avere, mi accusò di spintonare di continuo, ma era normale, lo amavo alla follia. Lui mi fece ancor
più innamorare di lui. Ad un certo punto ci incontrammo in piazza, notai la sua bellissima giacca, ma senza un bottone, baciò qualcosa… il bottone. Ma…. lo amavo per soldi? Oppure per amore?
.
Inglese
A man of about 26, with his hat down and with a giraffe neck, gets angry with a neighbor, telling him that he pushes every person that trere was there. Later he sees him again at the Cour de
Rome, in front of the Gare Saint-Lazare. He Is with a friend, who tells me where I should add a button.
Bambinesco
L’uomo nero, con collo lungo lungo, anzi, lunghiiiiiiiissimo, si arrabbiò con la dolce fatina dei denti, che per sbaglio si era fatta beccare a lasciare i soldi. Dopo poco la fatina, in compagnia del suo animaletto magico, l’unicorno, lo aiutò, dicendogli dove mettere il bottone mancante.
Elvis
22/02/2019
Caro Diario,
Oggi è stata una giornata veramente strana, in un’ora di punta in tram un tizio strano con il collo lungo e il cappello moscio si è seduto e ad un
certo punto, mentre la gente scende, il tizio in questione inizia a sbraitare contro uno dei suoi vicini lamentandosi che lo sta spingendo. Comunque
due ore dopo, l'ho rivisto con un suo amico che gli dice di aggiungere un bottone al soprabito. Domani ti racconterò un'altra storia strana come questa.
La tua Gabry
Lettera
22/02/2019
Savona
Ciao Josef ,
caro amico mio ora ti racconterò una storia strana che mi è successa, allora oggi in corriera c’era un’uomo strano che ha iniziato ad urlare
contro il suo vicino accusandolo di averlo spinto, qualche minuto dopo, appena visto un posto vuoto, lui ci si scagliato contro. Due ore dopo lo ho rivisto ancora assieme ad un suo amico che gli diceva di aggiungere un bottone al soprabito. A te sono successe cose strane come quella che ti ho raccontato in questi
giorni? Spero che tu mi risponda in fretta.
Un saluto la tua amica Gabriela.
Albanese
Në S, në një orë te trafikuar. Një djalë prej rreth njëzet e gjashtë vieçe, me një kapele the një varg në vend të një fjongo, shumë të gjatë një qafë, sikur të ishin tërhequr tek ai. Njerëzit zbresin. Djali në fjalë zemërohet me një djal afer. Ai e qorton atë për ta shtyrë atë sa herë që dikush kalon. Toni plaintive, me pohimet te keqe . Sapo sheh një vend i lir , ai hedh vetën në të. Dy orë më vonë e takova në Cour de Rome, përpara Gare Saint-Lazare. Ai është me një mik i cili i thotë atij: "Ju duhet të keni një buton tjetër të veshur me mbulesë." Ai tregon atë ku (në fshirje) dhe pse.
Gabriela
Dubbioso e smemorato
Mi trovavo sulla piattaforma di un autobus, se non mi ricordo male: erano, mi sembra, le undici di mattina o forse le dodici, vabbè, lasciamo stare.
Un tipo di ventotto anni, ah no no, aspetta, aveva ventisei anni credo, si arrabbiò con un vicino, mi pare, lui lo minacciò di spingerlo ogni volta che passava qualcuno.
Il tizio in questione quando trovò un posto libero si gettò, penso, a sedersi.
Tre ore dopo, o due ore dopo, no no, erano due ore dopo, lo trovai alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare, se non sbaglio.
Era, credo, con un amico che mi pare che gli disse di far aggiungere un bottone al soprabito.
Raffreddore
Sono su una piattaforma di un autobus, sono le dodici, etciá, etciá (starnutisce)...scusate sono un po’ raffreddato!
Un ragazzo di ventisei anni circa, aspettate che mi soffio un attimo il naso, si arrabbia con il suo vicino etciá etciá e lo minaccia di spingerlo quando passa qualcuno etciá.
Uff devo prendermi un nuovo fazzoletto, l’altro è fradicio: il ragazzo appena trova un posto libero per sedersi si dirIge subito lì, etciá etciá.
Due ore dopo lo ritrovo alla Cour de Rome, davanti a Gare Saint-Lazare, è con un suo amico, etciá.
Ho finito i fazzoletti, vado dal suo amico per chiedergliene uno, me lo dà, per fortuna, perché mi sta colando parecchio il naso, poi lui dice all’amico che deve far aggiungere un bottone al soprabito etciá etciá.
Alberto
Non Negazione
Non sulla strada s, non in un ora di non traffico. Un tipo di non 26 anni, non con il cappello, non floscio e non al posto giusto. La gente non scende. Il tizio non in questione non si arrabbia
non con il vicino. Non lo rimprovera di non spingerlo ogni volta che non passa nessuno. L'autobus non si ferma e le persone non scendono e non si ammassano sulla porta per non sfuggire all'ira
del non 26enne. La porta non si chiude e quando l'autobus non parte io non cado e non perdo qualcosa. Quel qualcosa non me lo hanno rubato quando non è caduto. Io non sono andato dalla polizia e
non ho denunciato il non furto. Quando la polizia non trovò il colpevole, non si scoprì che in realtà non era un furto non organizzato. Non mi avevano rubato non 2 euro.
Francesco
IL TG DELLA LIGURIA
Benvenuti oggi al Tg Liguria, oggi parleremo di un fatto accaduto in una gita scolastica.
Una classe era Sull’autobus per fare conoscenza e parlare con le altre persone, ad un certo punto, sono stati attivati da un uomo con il capello floscio, cordicella,
alto, con il collo a giraffa, che ha incominciato a litigare, però , per paura di prendere delle botte, si sedette in un altro posto.
La classe mentre era fuori dalla stazione vide sempre l'uomino che stava parlavo con un amico che gli stava sistemando il cappotto.
Luca